sabato 11 dicembre 2010

Una Fiera di cui esser fieri


Impossibile pensare a Istanbul senza... dare i numeri!
Stiamo infatti parlando di una città che si stende, per più di cento chilometri di larghezza, a cavallo tra Europa e Asia. E ospita 15 milioni (!) di abitanti! Certo, ce ne sono di più grandi, nel mondo, ma per i parametri italiani si tratta di misure davvero impressionanti.
Con una rete del metrò al momento del tutto insufficiente a servire una popolazione così numerosa, non è difficile immaginare cosa significhi spostarsi in una realtà del genere.
Ospiti della giovane ma arrembante casa editrice locale 1001 Roman, io e l'eterogenea banda di fumettisti che elenco sotto, ci siamo infatti dovuti sottoporre a quotidiane trasferte di ottanta chilometri per volta (solo andata) tra l'albergo e la Fiera del Libro di cui rappresentavamo una delle più inedite attrazioni, attraverso ponti ultracongestionati (una volta l'amico Emre ha optato per il traghetto, visto che il traffico automobilistico era letteralmente bloccato) e con una “libertà” di guida che non ha nulla a invidiare a quella delle nostrane Roma o Napoli.
Per fortuna il pulmino noleggiato dai nostri premurosi ospiti era molto comodo e la compagnia decisamente piacevole: gli zagoriani doc Ferri, Burattini e Verni; lo zigzagoriano qui scrivente e suo figlio Jacopo (con mano destra ingessata per incidente pallanuotistico); il cantante Graziano Romani, autore dell'album musicale dedicato al Re di Darkwood; il supercollezionista zagoriano Giancarlo Orazi e moglie; il dylandogghiano Stano (al quale mi lega, da anni, l'inquietante acquisto di borse identiche); la simpaticissima e bravissima Laura Scarpa; il travolgente “americano” Riccardo Burchielli, uno dei giovani autori italiani che meno se la tirano (pur essendo uno dei pochi che potrebbero permetterselo) e il suo altrettanto estroverso “compare” Diego Cajelli; mister Marco “bd” Schiavone e, dulcis in fundo, Gianfranco “Magico Vento” Manfredi e adorabile consorte.

In una nazione dove Zagor è dagli anni Sessanta un personaggio di grande successo popolare (al punto che ne hanno anche fatto il protagonista di diversi film), la star della situazione è stata inevitabilmente Gallieno Ferri, intervistato dalle principali reti televisive e da vari quotidiani che gli hanno dedicato intere pagine. Nonostante l'età, il baldo creatore grafico dello Spirito con la Scure non si è sottratto all'assalto dei media e dei fan, che gli hanno tributato un affetto davvero commovente. Toccante anche lo spontaneissimo e caloroso abbraccio tra Ferri e Levent Çakir, l'attore che ha impersonato Zagor nei film sunnominati. Peccato che non sia potuto venire anche Sergio Bonelli/Guido Nolitta. La festa sarebbe stata davvero perfetta!

Gli appassionati locali non hanno comunque mancato di far sentire il loro affetto anche agli altri. La seduta di firme del sabato in un apposito salone della Kitap Fuari (Fiera del Libro) è stata davvero un tour de force per tutti, senza un attimo di respiro. Ma comunque piacevolissima. Se in giro per la città abbiamo visto giovani e meno giovani allegramente indaffarati o serenamente rilassati, alla Fiera abbiamo incontrato persone davvero speciali: adulti, ragazzi e bambini di entrambi i sessi che portavano scritte in volto e nei modi gentilezza, curiosità, disponibilità, pazienza e allegria sicuramente superiori a quelle di chi non frequenta simili appuntamenti. A conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, della mia convinzione che leggere renda migliori e più “belli”. In tutto il mondo.
Grazie dunque all'editore Fuat Akture e al factotum Emre Senses (che ci ha anche fatto da traduttore e cicerone per l'intera durata della visita, alla scoperta di una Turchia che, senza dimenticare il passato, appare lanciata verso il futuro con energie, convinzione e volontà decisamente superiori a quelle della nostra stanca e impigrita Italia) per aver costruito sapientemente questo inedito evento (a quanto pare era la prima volta che una così nutrita schiera di fumettisti italiani sbarcava a Istanbul), e un abbraccio a tutti quelli che ci hanno supportato (e sopportato) con gentilezza, entusiasmo e allegria: Tamer, Tunc, Ozgur (çok iyi, amico!) e gli altri di cui ho difficoltà a ricordare i nomi ma certo non i volti e la simpatia. Grazie per questa bella esperienza professionale e umana che sicuramente ha rappresentato un ulteriore passo - piccolissimo ma non per questo meno importante - sulla strada della comprensione tra popoli meno lontani di quanto certe ideologie fanatiche vorrebbero farci credere. Che ciò sia avvenuto per mezzo del fumetto mi sembra una cosa meravigliosa.


Le immagini: cartellone pubblicitario di Istanbul; foto di gruppo nella hall della Fiera; il Dvd di uno dei film dedicati a Zagor negli anni Settanta; io e Jacopo in un momento di relax al porticciolo turistico. Altre foto della nostra cinque giorni turca le trovate sulla mia pagina di Facebook .

sabato 4 dicembre 2010

Lucca dalla A alla Z (2)


A come assente dallo stand. Lo sono stato tutto il venerdì e il lunedì pomeriggio a causa di impegni familiari (il figlio da accompagnare al Pronto Soccorso per ingessarsi una frattura al trapezio della mano destra che si è procurato durante un allenamento di pallanuoto. L'ho sempre detto che lo sport fa male!) e professionali (la paginetta satirica per Panoramitalia). Sabato, poi, in mattinata ho fatto una scappata al Museo del Fumetto per seguire la presentazione della collana toppiana de il Giornalino (vedi alla lettera T), e nel pomeriggio ho passato un po' di tempo con i collaboratori e il direttore del settimanale paolino, sempre al MUF, per incontrare i giovani lettori e scambiare qualche piacevole chiacchiera con i colleghi. Domenica sera, invece, ero impegnato con il raduno dei fumettisti (vedi alla lettera F). Mi scuso con tutti quelli che sono venuti a cercarmi allo stand senza trovarmi, e con quelli che sono stati costretti a ripassare magari due o tre volte... e li ringrazio per la pazienza e la fedeltà!
B come buccellato e brigidini, immancabili e golose specialità locali da portare alla famiglia a fine mostra. I brigidini in realtà sono una specialità di Lamporecchio, ma non mancano mai alla bancarella in Piazza Napoleone e dunque fanno parte della tradizione. Al negozio del buccellato di solito prendo anche la torta alle erbe... ma quando ci sono andato, quest'anno, l'avevano già finita! Grrr...
C come “Classe perduta”. Sono stati in molti (a cominciare dall'adorabile Margherita di cui alla lettera M) a chiedere se ci sarà un seguito alla serie apparsa su il Giornalino con i bei disegni di Frosi, e come andrà a finire. Anche se il “Fine” apposto al termine dei primi otto episodi dava adito a qualche timore (pur fugato, sullo stesso numero, nell'editoriale del direttore), ovviamente la serie avrà un (doppio) seguito per complessivi altri sedici episodi. Per sapere invece come andrà a finire... bisogna aspettare e leggere, sennò che divertimento c'è?
D come Don Zauker, il fortunato personaggio di Pagani e Caluri. Sono stati in molti, allo stand, a chiederci dove lo vendevano. Per fortuna la Double Shot era di fronte a noi, così non dovevamo neppure sprecare fiato: bastava indicare.
E come esaurite. La domenica sera, come sempre, le copie del long seller Dante - Inferno portate a Lucca. Per fortuna Guiducci è tornato in fiera il lunedì mattina e ha potuto portarne altre, cosicché quest'anno nessun lettore è andato via a mani vuote.
F come fumettisti a convegno. C'è stato grande fermento in rete, prima di Lucca, e il Muf ha gentilemte offerto una delle sue sale per ospitare un incontro tra fumettisti ansiosi di confrontarsi e di (ri)provare a mettere in piedi un'associazione-club-sindacato che li rappresenti e porti avanti le loro istanze. Tutte da scandagliare, individuare, decidere. Il filmato dell'incontro (doveva durare due ore, ma si è protratto per più di tre: noi fumettisti siamo lavoratori solitari; difficile farci chiudere la bocca quando abbiamo l'occasione di incontrarci e parlare del nostro lavoro!) è visibile qui
G come Gran Guinigi. Quest'anno sono stati assegnati: per la miglior storia lunga a “La porta di Sion” di Walter Chendi, Edizioni BD, Milano 2010; per la miglior storia breve alla raccolta “Il chiodo fisso” di Arthur de Pins e altri, BM Edizioni, Roma 2010; per il miglior fumetto seriale, ex aequo, a “Kick-Ass” di Mark Millar e John Romita Jr, fascicoli 1-8 raccolti in 2 volumi, Panini Comics, Modena 2010, e a “Pluto” di Naoki Urasawa, 8 volumi, Panini, Modena 2009-2010; per la migliore iniziativa editoriale intitolato a Stefano Beani, a “Little Annie Fanny”, di Harvey Kurtzman e Will Elder, volume I (1962-1970), Magic Press, Roma 2010; per il migliore autore unico a Manuele Fior per “Cinquemila chilometri al secondo”, Coconino Press-Fandango, Bologna-Roma 2010; per il miglior disegnatore a Darwyn Cooke per Richard Stark’s «Parker - Il Cacciatore», Edizioni BD, Milano 2009; per il miglior sceneggiatore a Carlos Trillo per “L’eredità del colonnello”, con i disegni di Lucas Varela, Coniglio Editore, Roma 2009; come Maestro del fumetto a Jirô Taniguchi.
H come Hotel. Il Toninelli & Martini di Livorno... cioè casa mia! Negli ultimi anni ho avuto il piacere di ospitare, nei giorni della mostra, gli amici Sergio Rossi, Paolo Guiducci con figlio Tommaso, e Loris Cantarelli, con cena finale alla quale si aggregavano anche i “Dada Boys” Egisto Seriacopi e Roberto Mussoni. Quest'anno, per impegni vari degli abituali ospiti, solo Loris ha usufruito dell'abituale servizio di bed & breakfast, e alla cena gli unici ospiti erano Egisto e Roberto. Siamo riusciti comunque a far fuori in tre la teglia da otto porzioni delle squiiiiiisite lasagne pancetta & zucchine preparate da Patrizia. E le risate non sono mancate: argomento più spassoso della serata, i rapporti tra Roberto e il cinema horror.
I come irriverente, irresistibile e imperdibile. Sto parlando de “Le nuove avventure di Benedetto papa”, il libriccino di Francesco Matteuzzi pubblicato con laicissima incoscienza da Dada Editore. Il volumetto, confezionato con divertito gusto editoriale a imitazione di un messale, costa solo 10 euro. Francesco non sa disegnare, e in questo contesto giustamente se ne sbatte, ma le sue battute sono fulminanti. Consigliatissimo a tutti, compresi i cattolici: almeno quelli capaci di sorridere di se stessi. E non devono essere pochi. In fondo è notorio che i preti sono i primi e i più bravi a raccontare impietose barzellette di argomento religioso. Astenersi invece i cattolici fondamentalisti.

L come lesbo-wedding. Il “matrimonio” si è celebrato domenica sera a mostra chiusa proprio davanti al nostro stand. Officiante Don Caluri-Zauker, sposine a noi sconosciute ma innamoratissime ed emozionate, e telefonini bollenti per riprendere la cerimonia e, soprattutto, il calientissimo bacio delle neoconiugate (che non vedrete su questo casto blog. Accontentatevi della consegna degli anelli).
M come Margherita, mia giovanissima e elettrizzatissima fan lucchese venuta a trovarmi (e a comprare i miei volumi con le immancabili dediche “speciali”). Nell'abituale, frastornante caos della mostra, sulle prime l'avevo confusa con un'altra mia giovane fan di La Spezia che a cinque anni, dopo aver letto la mia “Vita” di Dante, andava in giro a urlare a tutti “Vile marrano!” (fra l'altro ho scoperto che il termine “marrano” è di epoca successiva, e che l'avevo dunque usato a sproposito. Anche se le mie strisce dantesche sono decisamente “atemporali”, l'ignoranza resta ignoranza. Almeno finché non viene sostituita dalla conoscenza). Poi, parlando, mi sono ricordato di Margherita e della meravigliosa letterina che mi aveva scritto qualche mese prima e sulla quale aveva disegnato e colorato due bellissimi Dante e Virgilio, quasi migliori di quelli che disegno io! Le chiedo scusa qui per l'equivoco iniziale!
N come nutria. Che ho visto nuotare placidamente tra le grandi foglie gialle trascinate dalla blanda corrente del fossato dentro le mura, lunedì mentre tornavo al posteggio. Muso da castoro, dimensioni da gatto, coda da topo e strafottenza da padrona del mondo, incurante della pioggia e della mia divertita curiosità.
O come overdose di firme sui miei libri: domenica, per tre-quattro ore di seguito, praticamente non ho alzato il naso dalle dediche! E sì che non sono uno di quei miei meno fortunati colleghi che, facendo disegni realistici, ci mettono un bel po' a realizzare uno schizzo sul frontespizio dei loro volumi!
P come pioggia. Dopo qualche anno in cui la mostra lucchese aveva goduto di un invidiabile bel tempo “rovinato”, al massimo, da qualche nuvola passeggera, questa volta negli ultimi due giorni della manifestazione sulla città si sono abbattuti violentissimi rovesci di pioggia. La natura ha le sue leggi e i suoi tempi. Peccato per i cosplayer, che in quelle 48 ore non si sono potuti esibire serenamente nelle vie cittadine!
Q come quasi incredibile: per tre giorni consecutivi, ma a orari diversi, ho trovato un fortunoso posteggio sempre nella stessa via, a soli venti metri di distanza al massimo da un punto all'altro. Inaudita coincidenza o notevole “fattore C” mio? In ogni caso, davvero un buon modo di iniziare la giornata.
R come Rinaldo. La mia “Gerusalemme Liberata” a fumetti, finalmente raccolta in volume, dopo l'esordio a Cartoomics ha avuto anche il riscontro del pubblico lucchese.
S come Sergio. Ce n'erano tre, al tavolo della presentazione della collana “Toppi - Sulle rotte dell'immaginario”: ovviamente Toppi, Bonelli e Rossi. Un bell'incontro di differenti punti di vista professionali e generazionali.
T come Toppi. Imperdibile la collana che il Giornalino e il Museo del Fumetto di Lucca nelle persone di Stefano Gorla e Angelo Nencetti hanno dedicato al grande autore milanese che tutto il mondo ammira e ci invidia. Questa serie di volumi, settimanalmente in edicola a 9 euro e 90 l'uno, arriva a colmare un vuoto vergognoso nell'italica editoria a fumetti. Vi sarà riproposto almeno l'80% della produzione toppiana, compresi alcuni inediti. Sergio Toppi è un autore così originale da non poter essere paragonato a nessun altro. Lui non è più o meno bravo dei suoi colleghi, è semplicemente da un'altra parte.

U come uscite lucchesi. Tantissime come al solito. In ordine alfabetico d'editore, qualche segnalazione eccellente o curiosa: Allagalla Editore, “4 secondi” di Valdearena e Zecchin; Black Velvet, “Il gusto del cloro” di Bastien Vivès; Cartoon Club, Rigel “Gioco di sangue” di Elena De Grimani; Coconino Press, “Interiorae” di Gabriella Giandelli; Comma 22, “28 giorni dopo - La fine della strada” di Nelson-ShalveyEdizioni 001, “Barbara” vol.1 di Barreiro e ZanottoEdizioni BD, “A Panda piace” di Giacomo Bevilacqua; Grifo Edizioni, “Joe Bar Team” di Christian Debarre; Hazard Edizioni, riedizione de luxe de “I tre Adolf” di Osamu Tezuka; Rizzoli-Lizard, “L'isola del tesoro” di Pratt e Milani.
V come vincente. Spero che si riveli tale il biglietto della Lotteria di Capodanno che ho acquistato a Lucca. Se così fosse, alla prossima edizione siete tutti invitati a cena!
Z come Zagor. È stato occasione di mio personale divertimento, sfogliando allo stand il fresco-di-stampa Fumo di China n. 186. Il per-altri-motivi-sunnominato Matteuzzi, nell'editoriale di un precedente numero di FdC, dibattendo di western bonelliani si è semplicemente dimenticato dell'esistenza dello Spirito con la Scure. Nella rubrica della Posta del numero di cui sopra, a illustrare la risposta a un lettore che faceva notare la vistosa svista, è stato messo un disegno di Drunky Duck attribuito in didascalia a... “Moreno” Torricelli! Purtroppo non c'è niente da fare: quando una cosa nasce storta, può solo storcersi sempre di più.
Un gruppo di fan zagoriani, intanto, ha costretto con la forza Matteuzzi a iscriversi ai Darkwoodiani Anonimi.





















Le immagini (dall'alto): le mura di Lucca; un momento del "matrimonio" celebrato nel tendone di piazza Napoleone; un'uscita della giovane casa editrice Allagalla; Sergio Toppi.