venerdì 4 gennaio 2019

I fumetti crescono... di prezzo e di formato


Continuano i piccoli ma significativi cambiamenti degli editori per resistere alle molte "scosse di assestamento" che continuano ad agitare l'editoria da edicola. Da questa settimana la rivista di cinema e programmi televisivi FilmTV aggiunge quattro pagine alla foliazione (aprendo la nuova sezione "Piattaforma" dedicata alle trame dei film da guardare sulle varie piattaforme: Netflix, Prime Video, RaiPlay, Infinity ecc.). Per farlo rinuncia però alla copertina a carta lucida e grammatura superiore, diventando di fatto un "autocopertinato" e riposizionandosi in qualche modo dal settore delle riviste a quello dei "giornali". Sarà questo uno dei modi per cercare di sopravvivere alla crisi delle edicole e al calo delle vendite causato principalmente dalla concorrenza della rete? Dobbiamo aspettarci sempre più, in edicola, prodotti "poveri" per non alzare i prezzi di copertina o per poter offrire qualcosa in più in modo da non perdere (altri) lettori?
Appare buffo che, in un momento in cui la tecnologia offre prodotti sempre più sbalorditivi, l'editoria cartacea si ritrovi - sia pure per motivi differenti - in una situazione simile a quella del dopoguerra quando il costo e la carenza della carta costringevano chi pubblicava fumetti a inventarsi albi fisicamente "leggeri" ma zeppi di testo e vignette che rendessero appetibile la spesa e soddisfacente la lettura. Se si ripensa ai Gim Toro in formato orizzontale "all'italiana" con 10-12 "quadri" (come venivano chiamati allora) per pagina e composti da sole otto pagine, o ai giornaletti a striscia di 36 pagine dove però sceneggiatori e disegnatori riuscivano a raccontare un'intera storia in tre numeri (ne ho parlato su Giornale Pop), ci si domanda se, per resistere in edicola, non si dovrà presto ricorrere a soluzioni simili, condensando opportunamente (e in modo intelligente) la narrazione in un numero di pagine molto minore di quello a cui ci eravamo abituati, trovandoci costretti a riscoprire la lezione dei Lavezzolo e dei Bonelli (padre). Potrebbe essere un bene da più punti di vista.



In diversa - ma non troppo - direzione rispetto a FilmTV, va un altro cambiamento effettuato col nuovo anno: Skorpio ha aumentato il formato... e diminuito il numero di pagine.
Sembra essere un trend a cui è sempre più condannato il fumetto da edicola. Diminuiscono le vendite, e se non si vuole alzare il prezzo di copertina - col rischio di andare fuori mercato e/o avvantaggiare la concorrenza - l'unica opzione disponibile resta la diminuzione delle pagine. Per "nasconderla" e/o giustificarla, sia Bonelli che Aurea sembrano aver scelto il concomitante aumento di formato: qualche centimetro in più che in qualche modo "riposiziona" anche la pubblicazione in edicola.


La casa editrice di via Buonarroti l'ha fatto con la testata Morgan Lost. Verificate le vendite evidentemente insufficienti dell'abituale formula a 96 pagine, ha aumentato il formato (lo stesso sperimentato pochi mesi prima con la miniserie dedicata alle avventure in solitaria di Cico, storica spalla di Zagor) e ridotto le pagine a 64. L'operazione dovrebbe consentire di proseguire la pubblicazione della serie senza che si trasformi economicamente in un bagno di sangue.


Analoghe considerazioni devono essere state fatte dall'editore di Fiumicino, che ha deciso di sperimentare il cambiamento sul settimanale "secondo nato": stesso prezzo, qualche centimetro in più in altezza e larghezza, maggiore grammatura della carta di copertina, e 84 pagine anziché 108.
Per quello che mi riguarda, dal punto di vista estetico e della maneggevolezza (oltre che della leggibilità delle tavole) trovo estremamente gradevole la nuova formula. Peccato che non si sia deciso di intervenire anche dal punto di vista contenutistico. Il settimanale continua infatti a presentare, oltre all'ennesimo inserto di prezzemolo-Dago (un po' il Tex dell'editore romano), materiali di provenienza franco-belga e statunitense proposti a puntate.


Giusto qualche giorno fa un ex lettore si lamentava su Facebook del passaggio dagli "episodi completi" di una volta alla presentazione di storie a continuazione, motivo per cui aveva a suo tempo smesso di acquistare le due pubblicazioni. Forse un ritorno almeno parziale alla vecchia formula con storie anche di lungo respiro ma presentate a episodi completi godibili anche fuori dalla continuity potrebbe portare i vecchi lettori (quelli nuovi, ormai è una triste consapevolezza, semplicemente non esistono) a tornare ad avvicinarsi ai settimanali della casa editrice. Non sono in grado di fare i conti in tasca all'editore, ma suppongo che non dovrebbe essere troppo difficile farli quadrare anche producendo storie inedite di nuovi personaggi, trovando un paio di sceneggiatori con buone idee e affiancando loro disegnatori capaci  (le mille scuole di fumetto dello Stivale ne sfornano ogni anno a decine di buon livello sia degli uni che degli altri) che, essendo agli inizi di carriera  potrebbero essere disposti a lavorare a prezzi contenuti, non troppo lontani da quelli dei diritti esteri (sui quali incidono anche le spese di traduzione). I materiali francesi e statunitensi potrebbero continuare a essere proposti (non più di paio a numero, e con episodi di almeno sedici pagine che consentano di terminare la storia in due-tre uscite) accanto ai nuovi personaggi che, se anche non riuscissero a replicare i successi di piccoli capolavori come Savarese o Nippur, potrebbero incuriosire e attirare più d'un vecchio lettore. E, nel numero e nella varietà, magari saltarebbe fuori anche un nuovo Dago da cavalcare con pubblicazioni parallele.


Se e quando l'Aurea decidesse di aggiornare formato e foliazione pure di Lanciostory... ci faccia un pensierino. Potrebbe offrire nuove, originali occasioni di lavoro a sceneggiatori e disegnatori, e rinnovato interesse per nuovi personaggi ai lettori.


mercoledì 2 gennaio 2019

Indagini da ridere


La mia produzione fumettistica oscilla tra le storie avventurose e l'umorismo... o un misto di entrambi. Non sorprende che anche le mie letture vadano nella stessa direzione. E' per questo che tra i miei autori preferiti ci sono quelli che uniscono giallo e umorismo, dal Donald Westlake (amore eterno!) di John Dortmunder alla Joyce Porter dell'Ispettore Dover, alla Joan Hess di Arly Hanks/Maggody.







Ultimo innamoramento, lo svedese Leif GW Persson. Specialmente da quando ha promosso a protagonista dei suoi polizieschi il disgustoso, razzista, sessista, corrotto, opportunista commissario Bäckström, sempre pronto ad abbuffarsi di cibo e liquori e soddisfare i bisogni del suo "supersalame", i suoi libri sono per me una imperdibile pausa di rilassante divertimento.



Ho appena finito di leggere il suo ultimo lavoro, "La donna che morì due volte"... e già mi manca! Sarà dura aspettare ancora mesi e mesi prima di leggerne un altro.

Nell'attesa, dovrò andare a caccia di qualche episodio che ancora mi manca degli altri personaggi su citati. Che la rete (o le bancarelle) mi siano propizie!


martedì 1 gennaio 2019

Buoni propositi


Con questo disegnetto vi (e mi) auguro un sereno 2019.
Per me l'anno trascorrerà con la prosecuzione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anno di vita editoriale di Dante e mio da professionista, andando verso il prossimo novembre quando entrambi compiremo 50 anni di vita a fumetti.
Anche la mia produzione (salvo proposte impreviste che dovessero saltar fuori e alle quali non potessi dir no) sarà improntata in qualche modo a queste ricorrenze. Nell'ordine, da qui alla fine dell'anno, ho in progetto di:

1) terminare (spero entro il mese) il volume dedicato a Superstrunz; raccoglierà tutti gli episodi già pubblicati più tre nuove avventure, le prime due delle quali andranno a concludere la finora incompiuta "Shitanic"; nella terza il mio supereroe scatologico si scontrerà con Capitan Moccio;




2) realizzare un "Dante 2000" (o "Dante 2.0", devo ancora decidere) con un ritorno di Dante all'Inferno... settecento anni dopo: poemetto in endecasillabi a terzine incatenate, alla Alighieri, accompagnato dall'inevitabile versione a strisce; ne ho già parlato qui;

3) metter mano al mio primo "graphic novel" autobiografico; è una cosa che mi "preme", e spero di riuscire a completarlo prima che la vista e/o la mano mi facciano qualche scherzo, sempre possibile con l'avanzare dell'età; si intitolerà "Gli anni del Grattacielo" e ho cominciato a scriverlo qualche mese fa (vi posto qui sotto le prime tre pagine manoscritte... per queste cose personali, come per le strisce, sono ancora un amanuense); la cosa più difficile sarà trovare il giusto tipo di disegno, perché per la storia che ho in testa non vanno bene né quello che uso per le strisce, né quello recentemente usato per "Dai gas, Liz"; ho una mezza idea della direzione in cui muovermi... ma metterla su carta non sarà facile, temo;






4) raccogliere in libro tutta la mia produzione "giornalistica" - articoli, recensioni ecc. - relativa al fumetto pubblicate in questi anni su Fumo di China, in questo blog, su Giornale Pop e altro; conto di aggiungere una breve introduzione e un corposo articolo sull'uso della didascalia nel fumetto; il titolo del libro sarà inevitabilmente "La testa tra le Nuvolette" (magari preceduto da "Cinquant'anni con").

Come si vede... ho di che sgobbare. Quando (e se) avrò fatto tutto, mi riposerò dedicandomi... alla Bibbia a fumetti!