Capita ogni tanto che qualcuno, di persona o sui social, si rivolga a me usando l'appellativo di Maestro (rigorosamente con la M maiuscola). Se ho tempo da spendere, di solito spiego che non mi riconosco in questo termine, né in quello di Artista (sempre con la maiuscola). Da sempre mi considero più semplicemente un "raccontatore", un "novellatore". Indipendentemente da cosa mi trovo a narrare, si tratti di un racconto breve, di un lungo romanzo (a fumetti o meno) o di "barzellette" in forma di strip, l'unica figura dalla quale mi sento rappresentato è infatti quella del componente di una comunità che mette la sua fantasia al servizio degli altri per intrattenerli, divertirli o emozionarli con le sue storie. Un po' come succedeva nelle nostre campagne quando, dopo una giornata di lavoro, ci si riuniva nell'aia o intorno al caminetto e si intrecciavano aneddoti di vita quotidiana o racconti di fantasmi.
Nei giorni scorsi, coinvolto dalla maestra Alessia in un breve "corso" di fumetto ad alunni delle ultime classi elementari e della prima media dell'Istituto Comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia, mi sono sentito di nuovo chiamare - dai ragazzi - "maestro" (con l'iniziale minuscola, per fortuna) e, per una volta, ho accettato l'appellativo con piacere e divertimento.
(qui sopra un lavoro "dantesco" fatto da uno degli alunni - già prima
delle mie lezioni - all'interno di un percorso contro il bullismo).
Lavorare con i bambini/ragazzini è sempre fantastico. Osservare le loro faccine curiose e attente che cercano di entrare in un mondo come quello del fumetto, un po' strano e per alcuni quasi "alieno" ma comunque ricchissimo e colorato, cercando di farlo proprio; vedere come interagiscono tra di loro, con la maestra e con l'occasionale "maestro Marcello" mettendo involontariamente in mostra timidezze, furbizie e vivacità di piccoli uomini e donne che, anche se già introdotti alle prime regole della vita, conservano la genuinità dell'infanzia; leggere nei loro occhi l'intatta capacità di sorprendersi e meravigliarsi, come il lavorio delle loro menti nell'addentrarsi in territori, se non sconosciuti, poco praticati; tutto questo è un regalo sempre nuovo per il quale non posso che ringraziare Alessia che ha messo in piedi questa iniziativa per me abbastanza inedita e mi ha coinvolto, e le dirigenti che, con convinzione e dimostrazione di grande apertura mentale, l'hanno organizzata e sostenuta.
(qui sopra il professor Gargano con alcune insegnanti e con Carlo Volsa che ha
illustrato il suo libro "La Divina Commedia di Dante", Edizioni del Rosone),
illustrato il suo libro "La Divina Commedia di Dante", Edizioni del Rosone),
Nell'iniziativa è stato inserito anche un incontro sulla Divina Commedia che ha coinvolto pure il professor Trifone Gargano (che è stato un piacere riabbracciare), bravissimo e trascinante divulgatore, più abituato di me a coinvolgere i ragazzi, come potete vedere nel video girato da una rete locale.
Esperienza sicuramente da ripetere... se sarà possibile.