mercoledì 24 aprile 2019

Un giorno per Dante


In un articolo sul Corriere della Sera, Paolo Di Stefano chiede che si dedichi una giornata a Dante. Ce l'hanno già, direttamente o meno, Cervantes, Shakespeare e Joyce, dunque perché non fissarne una anche per il Sommo Poeta? Se ne celebrano per le cose più assurde, da quella della Danza a quella del Tapiro, a quella della Voce; una per il Ghibellin Fuggiasco non sfigurerebbe certo, e rilancerebbe la sua figura e la sua opera nel mondo intero, dove già fondazioni e associazioni lavorano indefessamente per diffonderne la conoscenza.

Certo, non è facile stabilire una data. Quando è nato Dante non si sa: era del segno dei Gemelli, perciò venuto al mondo fra il 14 maggio e il 13 giugno del 1265. Un po' vago, a meno di non volergli dedicare una mesata. Si potrebbe optare per il giorno della morte (la notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321), ma è un po' macabro. La cosa più spiritosa sarebbe scegliere la data dell'uscita in edicola del numero 11 di Off Side che ospitava la prima puntata del mio Dante, il 10 novembre 1969 (sto scherzando, eh!)... anche se in realtà è solo la data "ufficiale", e il giornale arrivò in edicola verso fine mese. Si potrebbe allora scegliere come data quella dell'inizio del viaggio di Dante nell'Oltretomba, quel "mezzo del cammin" della sua vita che il poeta stabilì per la discesa nell'Inferno dopo la "notte" nella Selva Oscura: il 7 aprile (del 1300). Se non è già la Giornata del Deodorante per le Ascelle.

In ogni caso io il progetto lo sottoscrivo e sostengo. Magari decidiamoci entro il 2020, ché l'anno successivo ci saranno i festeggiamenti per il settecentenario della morte del Poeta. Magari arriviamoci preparati, una volta tanto.


martedì 23 aprile 2019

Tanto Fumo e altrettanto arrosto


Ormai in Rete si trova di tutto e di più, eppure ci sono ancora cose "particolari" che si possono trovare solo su rivista. Specialmente se questa rivista si occupa di fumetti (e illustrazione, e animazione...) e lo fa senza paraocchi e snobismi, a 360 gradi.
Lo dimostra una volta di più Fumo di China, che non a caso esiste come testata da più di 40 anni e resiste in edicola (dove ho avuto l'onere e l'onore di portarla) da 30.
Nel numero di questo mese ci regala infatti uno sguardo abbastanza inedito sul "dietro le quinte" della realizzazione di albi e volumi a fumetti intervistando Savina Claudia Bonomi, editor presso la Sergio Bonelli Editore, e il superesperto del settore Luca Boschi.


Sì, i fumetti sono fatti per essere letti, ma scoprire quanto lavoro "anonimo" c'è dietro alla nascita di una collana o di un singolo volume forse ci permette di apprezzare ancora di più le storie che ci hanno emozionato o divertito, per cui... grazie di esserci, FdC.




Vado a centocinquantamila!


...e siamo a questo numero di visualizzazioni!
Niente di che, sia chiaro. Centocinquantamila letture di post in più di dieci anni sono poca cosa, rispetto a chi in Rete riesce a tirarsi dietro milioni di followers... ma io sono contento così. Ci sono lettori interessati a quello che scrivo, aumentati nel tempo e rimasti fedeli. Dunque, li ringrazio e vado avanti.



martedì 9 aprile 2019

Coi complimenti di Castelli



Conosco Alfredo Castelli da tempo immemorabile. Mi ha dato una mano quando muovevo i primi incerti passi nel settore (e gliene sono ovviamente grato) e ci siamo incontrati in tantissime occasioni. Ma solo due volte, che io ricordi, ha espresso dei giudizi su di me e il mio lavoro.
La prima è stata quando ero stato incaricato da uno studio milanese che bazzicava anche lui di fare la "3Dizzazione" di una storia di Paperino disegnata da Marco Rota. La tecnica consisteva nel segnare con due evidenziatori diversi, verde e arancio, gli elementi che dovevano essere portati rispettivamente in primo piano e in primissimo piano. Avrebbe provveduto poi il fotolitista a realizzare l'effetto sulle pellicole in modo che, una volta stampato in tre colori, guardando le vignette con gli appositi occhialini, il disegno avrebbe acquistato profondità.
Serviva anche una splashpage iniziale da aggiungere alla storia preesistente, e mi fu chiesto di farne una bozza della quale poi Rota avrebbe provveduto a realizzare il disegno definitivo. Capitando in studio e vedendo il mio bozzetto Alfredo esclamò: "Ah, ma allora sai disegnare!"
Potete vedere qui sotto il mio bozzetto, la versione (praticamente identica) "in bella copia" realizzata da Rota e la copertina dell'albo che ospitò la storia.





L'altra occasione fu la pubblicazione del secondo episodio del mio supereroe scatologico, "Superstrunz contro i Ruzzolamerda", su Fumo di China. Non ricordo se me lo disse lui direttamente o se fu Tiziano Sclavi o qualcun altro a riferirmelo, ma a Castelli la storia era piaciuta molto, al punto da fargli affermare che quello era il mio "lavoro migliore". Almeno fino a quella data. Negli anni successivi ci siamo visti meno e non so se in seguito ha avuto modo di leggere altre cose mie e se le abbia apprezzate o meno.





Quei due giudizi, per quel che valgono, mi sono rimasti impressi come succede - nel bene e nel male - con le cose inaspettate.

Ora che Superstrunz è tornato in pompa magna nella rutilante edizioni a colori che merita, ho pensato di spendermi quell'antico giudizio positivo di un autore importante almeno nel colonnino pubblicitario su FdC.