martedì 23 settembre 2025

Lavorare nel sonno


Paul McCartney ha raccontato che la melodia di "Yesterday" gli è venuta nel sonno. Si è svegliato col motivo in testa; è andato di corsa al pianoforte per fissarsela in mente, e ci ha messo delle parole a caso per dare ulteriore sostanza a quella canzone arrivatagli in modo così inconsueto. Convinto che si trattasse di qualcosa che aveva già sentito, scritta da altri, per giorni ha chiesto a colleghi, giornalisti e parenti se loro l'avessero già ascoltata; nessuno la conosceva. Alla fine ci ha messo il testo che sappiamo, l'ha registrata e pubblicata.

Quello che è successo al Beatle è tutt'altro che strano. Nell'incontro organizzato nel contesto del festival sardo Tesori a Fumetti di Pimentel il disegnatore Silvio Camboni ha raccontato una cosa simile.





L'autore sardo, dopo un fortunato esordio disneyano, lavora da anni per vari editori nel mercato franco-belga, da Source/La Sirène a Les Humanoides Associés, da Dupuis a Glénat. Per quest'ultimo, dopo aver realizzato vari volumi della fortunatissima collana (300mila copie vendute!) "Le Voyage extraordinaire", stava disegnando uno dei volumi della collana autorial-disneyana.



Ricevuta la sceneggiatura di Denis-Pierre Filippi, aveva storto il naso davanti a un brusco passaggio della storia: da una pagina all'altra, infatti, i personaggi mentre dormivano (se non ricordo male il suo racconto) compivano un salto di molti anni. A Camboni la soluzione non piaceva, ed è andato a letto con quel pensiero. Al mattino si è svegliato dopo aver visto in sogno, chiarissima, un'immagine che avrebbe risolto tutto. Si è alzato, ha buttato giù un rapido schizzo, ha chiamato lo sceneggiatore e glielo ha inviato spiegandogli in che modo quella singola (ma grande: spalmata su due pagine) illustrazione onirico-fantastica poteva rendere fluido il salto temporale altrimenti troppo veloce e poco comprensibile. Filippi è stato d'accordo, e la doppia tavola è entrata nella storia diventandone un punto centrale.


Il racconto del collega non mi ha affatto sorpreso. Anch'io utilizzo ampiamente il lavoro notturno del cervello: che si trattasse di un intoppo che mi bloccava nella stesura di un soggetto di Zagor, o della difficoltà di trovare una battuta giusta per una striscia di Dante, dell'Odissea o per una vignetta della pagina del Buonumore su Famiglia Cristiana, nove volte su dieci al mattino mi svegliavo con la soluzione pronta in testa. Addirittura, una mattina mi sono svegliato con in testa una poesia con tanto di titolo, "Vuoto interiore". Potete leggerla qui sotto.


A parte quelle studiate a scuola quarant'anni prima e qualche rapida occhiata a versi di Prévert e Kalil Gibrath, la poesia è una forma letteraria che non mi ha mai attirato. Eppure le mie sinapsi, nel sonno, hanno partorito quelle poche righe, chissà come e perché. Anche se qualche anno dopo, per puro divertimento, mi sono applicato agli endecasillabi per il "Dante 2000 - Ritorno all'Inferno" e per una finta "tenzone" poetica sempre dantesca, quei pochi versi sognati restano un unicum... oltre che un piccolo mistero mentale.


Non so se questi aiuti notturni funzionino solo per i creativi, o capitino anche a chi svolge altri generi di lavori e professioni.
Fatemi sapere se a voi sono mai successe cose del genere.



lunedì 15 settembre 2025

Il mio 11 settembre


Ricordiamo l'11 settembre per due eventi luttuosi: la morte di Salvador Allende per mano dei golpisti di Pinochet e l'attacco alle Torri Gemelle. Personalmente, da oggi ho un motivo più lieto per ricordare quella data: è il giorno in cui ho messo in vendita - solo su Amazon - i primi quattro libri eBookizzati delle Edizioni Foxtrot.

Ho cominciato naturalmente con Dante, per adesso quello del poemetto e relativa versione a strisce del Ritorno all'Inferno settecento anni dopo (a 7,99 euro, ma scaricabile gratuitamente da chi ha Kindle Unlimited). Poi toccherà anche al romanzo giallo che lo vede investigatore ante litteram... appena possibile.



Subito dopo, altrettanto inevitabilmente, è stata la volta della parodia zagoriana a 4,99 euro.


Per terzo, al prezzo di soli 3,99 euro, è arrivato quel deficiente di Fex Imbeciller con la parodia di tutti i suoi scontri con Mefìstronz e figlio.


Ultimo, ma tutt'altro che il peggiore, il libretto sulle grandi donne del passato scritto dall'amica Irene Riva alla quale ho prestato le mie vignette d'accompagnamento. Visto che quest'opera non è nata con intenti mercantili ma solo per diffondere la conoscenza sulle problematiche di genere, al fine di assicurarle la massima diffusione l'ho tenuto al prezzo più basso possibile, 2,99 euro, quasi a zero royalties.


Nei giorni successivi ne sono arrivati altri, cominciando dai due volumi che raccolgono tutte le mie strisce mai raccolte prima in volume, quelle in bianco e nero e quelle a colori.



E' stata poi la volta di un trittico variegato quanto irresistibile: i Promessi Sposi a fumetti, così disponibili a soli 8,99 euro, il libretto con le strisce-quadrotte dell'Omoragno a 3,99 euro con quattro spassosi episodi completi e, a 5 euro e 99, il romanzo a fumetti completo di Sonny Solo, apparso a puntate nei primissimi anni ottanta sulla rivista Adamo dell'Editoriale Corno.




Sono seguiti altri tre volumi: l'antologia di parti scelte di alcuni numeri delle parodistiche Sexy Operette che ho scritto e disegnato negli anni settanta, a 6,99 euro; allo stesso prezzo, le scatologiche avventure dell'insuperabile, inimitabile, maleodorante supereroe di Merdopolis; il divertissement sulle targhe parlanti che ora, con pochi spiccioli (soltanto 2,99 euro!), potete scaricare e leggere insieme agli amici per regalarvi più d'un sorriso.




Poi è stata la volta del libro per bambini di Riccio Pasticcio a 4,99 euro, seguito dalle raccolte delle avventure che mi disegnavo nell'infanzia: Atlas, l'uomo più forte del mondo a 4,99 euro e Capitan Falco a 3,99.





Dulcis in fundo, il mio libro di analisi, riflessioni e recensioni e quant'altro sul mondo del Fumetto, le mie memorie zagoriane e il romanzo-fumetto tratto da una delle sceneggiature inedite di Zagor.





Ora mancano solo il saggio sulla democrazia e i tre romanzi. Quelli richiedono una diversa "lavorazione" per essere trasformati in eBook e ci dovrò studiare un po' sopra. Appena avrò risolto tutti i problemi dovuti alla mia imbranataggine tecnologica... farò un altro post. Restate sintonizzati.



venerdì 15 agosto 2025

Per chiudere la Storia


Qualche settimana fa ho comprato il primo numero della ristampa di Bella & Bronco, l'ultimo tentativo di serie western uscito dalla macchina da scrivere e dalla matita di Gino D'Antonio. Ho già tutta la serie originale in bianco e nero, e non m'interessava rileggermela in versione colorata.



Il motivo dell'acquisto era il racconto, sempre dell'autore meneghino, "L'intervista" apparso nel 1983 sulla rivista Orient Express. L'avevo letto a suo tempo, ma quando da Milano sono tornato in Toscana, avevo venduto tutte le riviste e un sacco di altri fumetti per i quali non avrei avuto posto nella nuova abitazione, così non avevo più quell'ultimo capitolo "extra" della Storia del West che per il resto conservo ancora gelosamente, completa. Era dunque l'occasione per chiudere come si deve l'opera magna di D'Antonio. E ho riletto con piacere questo fulminante racconto in cui l'autore riporta in scena il suo MacDonald inventandosi una "dannazione" magica per George Armstrong Custer.


Già che c'ero mi sono riletto anche l'episodio dei titolari di testata, e ho fatto tra me e me qualche considerazione che qui condivido.

Capita a più d'un disegnatore, con l'età, di perdere un po' il senso delle proporzioni, spesso aumentando la grandezza delle teste. Lo si è visto negli ultimi lavori di Galleppini, e anche in Bella & Bronco se ne intravedono le prime tracce. Al netto di questo, il lavoro di D'Antonio resta splendido come sempre: personaggi ben caratterizzati, scene di movimento plastiche e ben costruite, gusto dell'inquadratura senza sbavature e montaggio della tavola di grande sapienza.
Sul fronte del testo, dopo anni di West romanzato sulla base degli avvenimenti storici, l'autore opta per un tono più da commedia, sia pure d'azione. I battibecchi tra i due protagonisti, i siparietti tra i delinquenti di secondo piano e l'intero impianto della vicenda, basata su una caccia al tesoro che ricorda per molti versi il film "Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo", sono giocati sul filo dell'ironia che sdrammatizza cannonate, sparatorie e morti brutalmente ammazzati che pure abbondano.



La serie non ebbe un grande successo, durando solo 16 numeri. Forse la voglia di leggerezza (non dissimile da quella delle storie della giovanissima Susanna che D'Antonio realizzava per il Giornalino) aveva tradito l'autore facendogli prendere una strada totalmente divergente da quella della maggioranza dei lettori che stava evolvendo e sarebbe sfociata nello splatter di Dylan Dog e poi, col nuovo secolo, in una decisa virata verso serie televisive e film western crudi, polverosi, sanguinari, intrisi di sesso e in qualche modo "malati".

C'è ancora D'Antonio ai testi della parte iniziale di "Bandidos!", volume autoconclusivo affidato al tratto di uno stanco Renzo Calegari che, a differenza degli artisti su citati, nella deformazione del disegno sopravvenuta con l'età, anziché ingrandirle le teste le rimpicciolisce al punto che in alcune vignette sembrano delle tsantsa. Anche questa storia, che apparirà in appendice a tutti i numeri della collana, l'avevo già letta nel 2007 quando uscì, postuma per lo sceneggiatore. Confesso che mi aveva deluso sia dal punto di vista dei testi che delle immagini, e quando avevo svuotato una parte delle mie librerie ci avevo rinunciato senza problemi.



E' stato comunque un piacere ritrovare il bel disegno e l'intelligenza di Gino D'Antonio che, anche se nella sua vita professionale si è tolto tutte le soddisfazioni possibili, non è forse stato utilizzato come avrebbe meritato. Se Sergio Bonelli fosse stato solo un editore e non anche uno sceneggiatore che, era inevitabile, ha riempito la propria redazione di suoi simili, D'Antonio sarebbe stato il perfetto direttore editoriale. Abile con le parole come col pennino, avrebbe potuto dare alla casa editrice un maggiore equilibrio mediando tra le necessità degli autori dei testi e di quelli dei disegni e favorendo il massimo sviluppo delle abilità degli uni e degli altri, come anche evitare la stesura di un contratto pesantemente sbilanciato a favore degli sceneggiatori come quello partorito da Bonelli e Castelli (ne ho parlato ampiamente nel mio saggio di cui vedete qui sotto la copertina).






venerdì 8 agosto 2025

Donne e pirateria


Che gran bel libro! Un vero romanzo a fumetti, se ce n'è uno.
La protagonista, una tra le più famose donne pirata, sembra godere di grande attenzione, nel mondo del fumetto sulle due sponde dell'Oceano Atlantico come potete vedere dalle numerose pubblicazioni che ho pescato random in rete.














La giornalista e traduttrice Claire Richard trova un originale spunto, per raccontarci la vita di Anne Bonny: mentre la donna, divenuta l'anziana tenutaria di un bordello, cammina nel quartiere francese di New Orleans incontra la Morte che la informa che passerà a prenderla all'alba del giorno successivo.



Decisa a rettificare le imprecisioni nella sua biografia scritta, insieme a quella della sua compagna di scorrerie Mary Read, dal capitano Johnson racconta la sua verità ad Apolline, sua collaboratrice alla quale intende lasciare la proprietà della casa di tolleranza. Trascorre così la sua ultima notte di vita. Mentre la giovane scrive sotto dettatura, Anne ripercorre tutte le tappe della sua vita: figlia illegittima nata da un'avventura del padre con una servetta, costretta a fingersi maschio prima per poter vivere sotto il tetto del genitore all'insaputa della consorte e poi, quando la donna scopre lo stratagemma e butta entrambi fuori casa, per evitare le attenzioni dei marinai durante il viaggio verso il Nuovo Continente.





Attratta fin da piccola dalle gesta dei pirati, la ragazzina cresce nella piantagione messa su dal padre fino all'incontro con il primo marito, John Bonny, che si spaccia per esperto marinaio intenzionato a darsi alla pirateria mentre è solo interessato a prendersi l'attività del suocero. La svolta nella vita di Anne arriva quando trova sulla sua strada Jack Rackam, suo primo vero amore e reale pirata...
L'autrice racconta tutto, fino all'inatteso colpo di scena finale, con grande sapienza tratteggiando un personaggio quanto mai vivo e credibile. L'aiutano in questo le bellissime tavole di Alvi Ramirez, uno di quei fortunati disegnatori capaci di rappresentare persone e ambienti con pochi, felicissimi tratti che rendono la vicenda più vera del vero.
Insomma, una lettura gustosissima. Il fumetto ai suoi massimi livelli, per il mio gusto.