sabato 15 settembre 2012

L'avventura si è conclusa


Se n'è andato anche lui. Pini Segna. A molti il suo nome non dirà niente, o poco, eppure ha attraversato la storia del fumetto italiano ed europeo come uno schiacciasassi, macinando pagine su pagine di personaggi a fumetti, molti creati da lui (Ringo, Giungla King, Buck Kajman, Hombre, Matamor...), altri realizzati come semplice collaboratore (Zagor, Zakimort, Kriminal, Akim...). Certo, apparteneva a quell'epoca e a quella parte di mondo editoriale in cui i fumetti si facevano in fretta, badando più alla quantità che alla qualità, e lui non si è mai tirato indietro, anche perché quel modo di fare era probabilmente in linea con la sua natura vulcanicamente generosa. E pur tuttavia riusciva qua e là, soprattutto in certe pubblicazioni di cui era anche editore, a regalarci una copertina o un'immagine di presentazione cesellate con particolare cura, e allora il suo bel disegno classico e il tratto elegante, morbido, "uscivano" dalla media e ci parlavano delle effettive capacità e della passione sincera dell'autore.

Come ho più volte raccontato, io lo scoprii sulle pagine di Tim e Ox, un western fantastico di taglio feuilletonistico di cui mi innamorai perdutamente. Al termine della serie ossessionai per mesi il mio edicolante chiedendogli se era arrivato il primo numero di Rio Cid, la nuova serie pubblicizzata negli ultimi numeri della precedente e poi mai uscita. Perché questo era Pini Segna, come editore: mille idee che avrebbe voluto realizzare, e la dura legge dei conti che a volte gli impediva di farlo. Eppure, anche con quei personaggi mai nati (e forse più che mai con quelli) riusciva a far sognare i suoi lettori.

Tale fu la mia passione per i suoi lavori che, prima, mi spinse ad affrontare, imbranatissimo undicenne, l'impresa della scrittura e spedizione della mia prima lettera (o meglio biglietto postale, un foglio piegabile già affrancato al cui interno si poteva scrivere... davvero roba d'altri tempi!) per richiedere i numeri arretrati della serie. Al biglietto, un paio d'anni più tardi feci seguire una lettera vera e propria con la richiesta di pubblicare una nuova collana che ospitasse tutti i suoi personaggi.




Molti anni più tardi, divenuto a mia volta autore di fumetti, riuscii rocambolescamente a rintracciare Pini Segna chiedendogli per telefono un appuntamento per conoscerlo, durante una delle mie venute a Milano per la consegna del lavoro. Di nessun altro autore ho mai sentito il bisogno di fare la conoscenza personale. Ci incontrammo e parlammo a lungo. Lui non riusciva a capacitarsi del mio amore per quel suo fumetto di cui quasi non conservava memoria. Ma quando, molti anni più tardi, lo incontrai di nuovo perché in redazione, a Fumo di China, avevamo deciso di intitolare a lui una nuova categoria del Premio organizzato dalla rivista, quella dedicata alle autoproduzioni, mi portò due regali: un disegno della testatina di Tim e Ox ripreso da quella originale e realizzato apposta per me (campeggia tuttora sulla parete del mio studio, sopra il tavolo di lavoro) e la letterina che gli avevo scritto nell'infanzia! Disse che ci aveva “sentito” qualcosa di particolare, e l'aveva conservata per tutti quegli anni.

Durante il viaggio da Milano a Perugia dove in occasione di Umbriafumetto sarebbero stati consegnati i premi Fumo di China, compreso quello intitolato a lui, mi raccontò episodi della sua vita che rivaleggiavano per forza narrativa, azione e suspence con quelli delle sue storie migliori: i bombardamenti di Genova durante la guerra... la spietatezza di alcuni reparti australiani che sgozzavano i nemici col coltello... e il mistero del nome scelto da suo padre, Segna (in tarda età qualcuno gli disse che probabilmente era il nome d'arte con cui il pittore senese del Duecento Duccio di Buoninsegna firmava i quadri che produceva per vari mercanti all'insaputa del suo abituale committente), che lo ha angustiato nell'infanzia come in età adulta ma che gli salvò la vita quando, catturato dai nazisti, fu risparmiato perché un ufficiale vedendo il nome che finiva per “a” pensò che si trattasse di una donna e lo cancellò dalla lista delle persone da fucilare. Sembrano storie inventate, l'ennesimo parto della sua inarrestabile fantasia. Anche se così fosse, per me non avrebbe importanza. Tutto questo faceva comunque parte del “vero” Pini Segna, l'autore che più di ogni altro ha segnato la mia vita professionale, e una splendida persona che sono felice di aver conosciuto.





Le immagini: in alto, la copertina di un numero di Tim e Ox che ho recensito nella mia rubrica "La macchina del tempo" su Fumo di China n. 192; al centro, la prima pagina della lettera scritta a Pini Segna quando avevo quattordici anni; qui sopra, la testatina di Tim e Ox ridisegnata apposta per me. Potete trovare altre immagini e informazioni su Pini Segna nel blog: http://pinisegna.blogspot.it 


7 commenti:

  1. Un ottimo Autore ingiustamente mai troppo apprezzato per il suo lavoro su Zagor

    RispondiElimina
  2. Spettacolare, la prova provata della lettera è commovente! Me l'avevi raccontata di sicuro ma l'avevo clamorosamente scordata, un vero colpo di scena!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Immagina quanto lo fu per me, veder riaffiorare dalle nebbie della mia adolescenza, trent'anni dopo, quella letterina ingenua ma piena di passione. Come mi scrisse Pini Segna (anch'io, come tutti, non riuscirò mai a chiamarlo solo col nome o il cognome) nella lettera di accompagnamento (che conservo gelosamente): "nella letterina di questo ragazzino dovevo avere intuito un forte e lievitante senso critico nel nostro campo, dal momento che l'ho conservata per decenni in compagnia di altri mittenti piuttosto VIP come Dario Fo, Franco Paludetti, Uberti ecc.". Il mio unico rammarico è non aver portato ai nostri incontri un registratore! Avrei avuto storie da raccontare per almeno vent'anni... da quelle di guerra che qua e là ho accennato, alla mitica "guerra delle figurine" combattuta tra lui e Bonelli...
      Pini Segna ha vissuto davvero una vita ricchissima fatta di avvenimenti incredibili e grandi emozioni, sempre accompagnato dalla passione smisurata per la sua professione di cui - come poi in altro modo ho fatto io, inevitabilmente - ha recitato un po' tutte le parti in commedia, con fantasia, energia inesauribile e grande professionalità. Nel momento in cui ci lascia si può piangerlo, ma forse è più giusto invidiarlo.

      Elimina
  3. ciao marcello! mi ricordo bene quando abbiamo presentato la targa Pini Segna a Perugia! perché non metti per iscritto queste tue memorie, non solo su Pini Segna?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quello che riguarda le "memorie" di Pini Segna, come ho scritto sopra, avrei dovuto avere il registratore quando mi raccontava tutte le sue avventure, belliche ed editoriali. Pini Segna era un vulcano, raccontava a raffica... e dopo quasi vent'anni ho ricordi molto frammentari di quei racconti. Per quanto riguarda le MIE memorie editoriali, in parte l'ho già fatto (e senza peli sulla lingua) nell'intervista fattami da Spiritelli su Fumo di China molti anni fa (leggibile per esteso postata nel mese di agosto 2009 su questo stesso blog). Per un aggiornamento, o un ampliamento in libro (ammesso che ci sia sufficiente pubblico interessato a questi miei ricordi, e ne dubito) bisognerà aspettare che io abbia condotto in porto almeno tutti i progetti che ho in lavorazione o in attesa nel cassetto... e ci vorranno come minimo dieci anni! A quel punto ne avrò più di 70, e forse sarà davvero il tempo dei ricordi! :-)

      Elimina
    2. ciao Marcello posso inserire o linkare il tuo articolo sul mio blog di Pini Segna? http://pinisegna.blogspot.it/
      ciao!
      Luca

      Elimina
    3. Certo Luca! Il ricordo di un collega e amico non può essere certo protetto da copyright! Anzi, ti ringrazio in anticipo se lo farai, perché Pini Segna merita di non essere dimenticato. Forse meriterebbe anche un bel volume che raccogliesse le sue storie "d'autore" più belle. Se vinco il Superenalotto... :-)

      Elimina