A come Allagalla, la piccola casa editrice torinese che quest'anno riporta in auge nientemeno che l'indimenticato Larry Yuma. Chi leggeva il Giornalino un bel po' di anni fa ha sicuramente conosciuto (e amato) il cow boy dallo sguardo perennemente celato dall'ombra del cappello, particolare sul quale Berardi e Milazzo si divertirono a ironizzare in un episodio del loro Ken Parker. Mi è però stato riferito che Claudio Nizzi, autore dei testi del personaggio, abbia imposto che venissero effettuati dei ritocchi alle tavole del bravo Boscarato, eliminando tutto ciò che sbordava dal limite della vignetta, gomiti e quant'altro. Confesso di essere rimasto basito davanti a queste vere e proprie mutilazioni artistiche dettate da una velenosa "presunzione di sceneggiatore", per giunta operata nei confronti di un disegnatore scomparso.
B come buccellato, il caratteristico dolce lucchese che, come d'abitudine, ho acquistato per i familiari al negozio specializzato della famiglia Taddeucci. Quest'anno mi sono fatto tentare dal formato piccolo con le noci.
C come cosplayer. Per la prima volta ne ho visto uno, il simpatico Roberto La Croce, vestito da Dante Alighieri. Grazie alla prontezza dell'attento Egisto Seriacopi lo abbiamo bloccato e ci siamo fatti una foto ricordo, io, lui e il mio Dante a fumetti.
D come down. Un ragazzo e una ragazza affetti dalla nota sindrome si sono "rifugiati" nell'angolo tra la porta (semichiusa) del tendone e il lato dello stand di Cartoon Club/Fumo di China che mi ospitava. Sembravano un po' smarriti, e lui ogni tanto stringeva tra le mani il viso di lei parlandole in tono rassicurante. Nella confusione generale non riuscivo a sentire le loro parole anche se erano a poco più d'un metro da me. Ho continuato a tenerli d'occhio per aiutarli ove se ne fosse presentato il bisogno, ma dopo dieci minuti è arrivato il loro accompagnatore che li ha sgridati affettuosamente per non essere rimasti con gli altri. Il ragazzo ha confessato di essersi spaventato tantissimo, e al pensiero di come, nonostante la paura matta, avesse continuato a far coraggio all'amica, mi sono venute le lacrime agli occhi.
E come eccezionale. Il numero dei visitatori. Ogni anno di più. 100, 150, 200, 220mila. Ma chi li conta? C'è qualcuno che controlla alla SIAE la quantità dei biglietti effettivamente staccati? O fanno fede le dichiarazioni dell'organizzazione? La gente in giro c'era, certo... ma sappiamo DAVVERO quanta?
F come Fumo di China, che quest'anno festeggia i suoi 35 anni e, in occasione della manifestazione lucchese, in un divertente incontro a base di ricordi, aneddoti e piccoli scoop, ha riunito i principali protagonisti della sua lunga e variegata storia editoriale. Dai curatori della fanzine primigenia, ai collaboratori della versione libretto pubblicata da Alessandro Distribuzioni, ai direttori e redattori (e un autore "amico") della rivista da edicola. Nelle foto potete vedere da sinistra a destra Federico Memola, il sottoscritto, Franco Spiritelli, Loris Cantarelli, Stefano Casini, Marco Marcello Lupoi, Mauro Marcheselli, Franco Busatta, Michele Masiero, Fabio Licari e Sergio Rossi.
G come grande attesa. Per il ritorno di Ken Parker che la Mondadori riporterà prima in edicola con una ristampa in bianco e nero, con due storie per volta, e poi in libreria con una selezione di episodi che verranno colorati. I testi saranno rivisti e il lettering rifatto. Alla fine ci sarà un episodio inedito, prima nella serie da edicola e poi in volume. Ovviamente non comprerò né una versione né l'altra. Mi bastano gli albi originali. Ma attenderò con curiosità l'ultimo episodio per vedere come il duo ligure intende chiudere la lunga saga.
H come Historica, la bella collana di "collaterali" Mondadori dedicata alla bédé storica. Allo stand della neonata sezione editoriale Mondadori Comics ho potuto recuperare il n. 2 che mi era sfuggito in edicola.
I come incassi, tornati fortunatamente ai livelli di sempre dopo la brutta annata del 2012 quando, "esiliati" nel pallone di piazza del Giglio, non eravamo stati rintracciati da una bella fetta dei nostri lettori, abituati a cercarci nel tendone centrale.
L come "La mia gente", libriccino spillato che contiene le cinquanta versioni illustrate di altrettante canzoni di Enzo Jannacci realizzate da valenti artisti (per citarne qualcuno, Silver, Silvia Ziche, Giuseppe Palumbo, Maurizio Rosenzweig, Giorgio Cavazzano e Donald Soffritti) per l'omonima mostra presentata allo Spazio WOW - Museo del Fumetto di Milano dal 17 ottobre al 10 novembre di quest'anno. L'iniziativa è stata promossa da Caritas Ambrosiana, Scarp de' tenis, Etica Sgr e Fondazione Sacra Famiglia. Io, per la canzone di Fo e Jannacci "Ho visto un re", ho optato naturalmente per una rilettura a strisce umoristiche. Gli originali delle opere saranno poi "battuti" da Sotheby's e il ricavato andrà in beneficenza, come quello del volumetto pubblicato da ReNoir Comics. Certo che se mi avessero detto che un giorno le mie strisce sarebbero andate all'asta...
Ma poi, chi se le comprerà? Boh!
M come "Misterius", l'ultima ortolanata, divertente come tutte le precedenti. In un albo spillato di 32 pagine in bianco e nero, Leo riporta in scena la sua interpretazione del Giacobbo nazionale per svelarci segreti e misteri della scienza. Pubblicato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (www.edizioni.cnr.it). Un gran bell'uso di quel duttilissimo linguaggio che è il fumetto.
N come Nencetti, direttore del Museo del Fumetto. All'incontro per la presentazione della neonata Super G ha rivelato, con viva commozione al ricordo dell'amato "padre" Sergio Toppi, che nei prossimi mesi le opere del Maestro andranno in mostra al Louvre, al British Museum e altre importanti istituzioni museali. Era ora, dico io.
O come operazioni di carico. Il regolamento fornito agli standisti dalla Polizia Comunale prevede che al termine della manifestazione camion, furgoni e altri automezzi degli espositori possano entrare dentro le mura per caricare i propri materiali a partire dalle ore 19,30. Il regolamento degli organizzatori di Lucca Comics & Games prevede invece che le operazioni di carico non possano iniziare prima delle 20,30. La discrepanza non può che creare discussioni e confusione. Ma è così difficile per Polizia e organizzatori parlarsi e diramare indicazioni meno contraddittorie?
P come piccola vedetta lombarda. Con non poco ritardo, è finalmente andato in stampa un libriccino celebrativo dei 150 anni dell'unità d'Italia intitolato "Cuore a fumetti". Sottotitolo: "La piccola vedetta lombarda e Il patriota padovano". In 24 pagine più copertina, tutte a colori, ospita la versione fumettata dei due racconti deamicisiani, opera rispettivamente di Francesca Da Sacco e Roberto Battestini, più un paio di articoli corredati da illustrazioni. Una di queste è opera mia e la potete gustare qui sopra. Il libriccino è pubblicato da Cartoon Club Editore e costa 3 euro e 80. Per richiederlo si può scrivere a fdc@fumodichina.com o telefonare allo 0541.784193.
Q come quattro. I giorni della mostra, troppi per un evento così "faticoso". Domenica ero cotto. Sarà anche l'età...
R come Riminicomix, che ha avuto a disposizione un'ora per presentarsi ai visitatori di Lucca Comics & Games. Forse è la prima volta che una manifestazione dà spazio a un'altra per promuoversi. Certo, l'occasione sono i trent'anni della mostra romagnola, ma comunque tanto di cappello al fair play degli organizzatori toscani. Che speriamo sarà ricambiato.
S come San Paolo Periodici, che anche in questo periodo di crisi generalizzata (e quello della carta stampata non è certo il settore meno colpito) decide di investire e lo fa con intelligenza, coraggio e lungimiranza. Non si può leggere altrimenti la "scommessa" di varare un mensile da 80 pagine a colori come Super G alla modica cifra di 3,90 euro: una storia completa di 48 tavole (nel primo numero, tratta dal romanzo "The frozen boy", adattato da Ramella e Frosi: toccante!), un racconto letterario, altri fumetti e rubriche. Obiettivo: "inventarsi" un lettorato di 12-15enni completando l'offerta che va dal prescolare G Baby al settimanale il Giornalino destinato ai lettori dai 7 agli 11 anni, e accompagnare così i ragazzi fino alle letture "adulte" senza soluzione di continuità. Incrociamo le dita. E compriamo la nuova pubblicazione, venduta in abbonamento, nelle librerie paoline, nelle parrocchie e in fumetteria.
T come traffico, finalmente regolamentato con un po' di buon senso. Non so se è stato così anche per i normali visitatori, ma per gli espositori raggiungere un parcheggio quest'anno è stato ragionevolmente semplice e veloce. Complimenti a chi se ne è occupato.
U come una prece. Per il fumetto che, almeno a giudicare dal tipo di attenzione che gli prestano i media, è morto e sepolto. Peggio: scomparso. Il 4 novembre, a manifestazione appena conclusa, un ampio servizio di RaiNews, pur chiamando la manifestazione soltanto "Lucca Comics", parlava esclusivamente di cosplayers e videogiochi. Anche l'organizzatore Renato Genovese lungamente intervistato non ha speso UNA SOLA parola per i fumetti (a dire il vero una volta li ha nominati, ma solo per giustificare il fatto che alla mostra si parlasse anche di cinema, avendo quest'ultimo molti punti di contatto con i primi). Davvero triste, anche se sappiamo da tempo che quando si incaricano giornalisti incompetenti (e si intervistano ex appassionati ormai da tutt'altre sirene attirati) è difficile ottenere risultati veritieri. Comunque, gli operatori del settore si rassegnino: secondo gli altri media, noi semplicemente non esistiamo. O comunque non contiamo niente.
V come vento che, dopo gli acquazzoni del sabato, ha spazzato domenica la cittadina toscana. Allo stand di Cartoon Club/Fumo di China, situato accanto a una delle entrate, per tutta la mattinata (finché non è stato richiesto l'intervento dei vigili del fuoco per chiudere almeno metà della porta) albi e volumi prendevano letteralmente il volo.
Z come Zagor al quale, in occasione della ristampa delle mie storie sulla Collezione Storica a Colori di Repubblica, ho dedicato un libro di ricordi, aneddoti e commenti incentrato sugli undici anni della mia collaborazione, dal 1982 al 1993. Avrebbe dovuto essere pronto per Lucca, ma ho tardato un po' a finire di scriverlo e tipografo e rilegatore non ce l'hanno fatta a stamparlo in tempo. Pazienza, lo presenteremo alla mostra dell'ANAFI di Reggio Emilia a metà dicembre e poi a Cartoomics in primavera.
Le immagini di questo post sono World © Marcello Toninelli.
Le foto sono di Loris Cantarelli ed Egisto Seriacopi.
la U è veramente triste :(
RispondiEliminaMeno male che le persone se ne fregano dei telegiornali e continuano a entrare in massa anche nei tendoni che ospitano i fumetti. Forse bisogna avere più pietà per quel povero giornalista cialtrone che ignora l'esistenza di piccoli capolavori di letteratura disegnata: che grama vita deve essere la sua!
RispondiEliminaCiao Marcello
RispondiEliminaIl disegno della piccola vedetta lombarda è bellissimo. Ma perchè non esiste una tua storia lunga con quello stile ? Magari un horror come "Luna piena a Carretville" però più lunga.
Lo so, ci vuole l'editore.
Quand'eri in Bonelli speravo che prima o poi avresti disegnato uno Zagor o un Dylan dog ma evidentemente i tempi (dell'editore) non erano maturi.
Comunque essendo tu per fortuna (facendo i debiti scongiuri) autore vivente continuo a sperarci.
Saluti
Dopo essermi toccato abbondantemente... :-)
RispondiEliminaSono abbastanza soddisfatto di quel disegno, perciò grazie dei complimenti. Come ho già scritto altrove, in realtà i tempi erano maturissimi (per l'editore). All'epoca Sclavi mi chiese infatti di disegnare Dylan Dog; presentai delle tavole di prova e furono accettate... ma fui io a non sentirmela, e declinai l'offerta! Troppe pagine di un personaggio altrui che non "sentivo" molto. Ero più a mio agio con le storie brevi per il Giornalino.
Ma sto preparando dei progetti per la Francia, perciò chissà che il tuo desiderio non venga presto esaudito.
Ciao Marcello
RispondiEliminaScusa il disturbo ma ho un'altra domanda da farti. In "Terra maledetta" di Zagor (appena ristampata), Zagor incontra dei girovaghi teatranti col carrozzone. Il padre coi baffi, i figli uno bruno e uno biondo, uno fà anche la stessa gag vestito da donna ...E NON SONO I SULLIVAN !!!
Io mi sono fatto l'idea che volessi uccidere uno dei Sullivan e te l'hanno impedito a storia già disegnata.
Saluti
Ah! Ah! No, ti sei fatto l'idea sbagliata! Nessuna proibizione redazionale. Né, tantomeno, alcun desiderio mio di "replicare" i Sullivan. Si tratta sicuramente di un "ricordo inconscio": senza volerlo ho evidentemente attinto alla matrice nolittiana. Però non potevo usare i Sullivan, visto che tutta la storia si regge sulle paure del povero Bush. Ammetto la mia colpa di non essere andato a controllare per evitare troppe somiglianze... ma lavoravo abbastanza freneticamente (all'epoca ero anche l'editore di Fumo di China... e non puoi immaginare il tempo che mi portava via).
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