domenica 2 agosto 2015

Primi passi... nel Far West




Ancora prima di improvvisarmi autore-editore dei giornaletti che facevo in casa sui fogli di quaderno, insieme ai miei fratelli Marco e Marzio avevo incominciato a cercare di portare su giornalini "veri" la mia voglia di scrivere e disegnare. Il primo a premiare i miei sogni e il mio acerbo talento, se la memoria non mi tradisce, fu Il Vittorioso che ricompensava con prodotti alimentari vari (cacao solubile ecc.) i più bei lavori dei lettori. Credo che quello sia stato anche il mio primo contributo "economico" alle magrissime finanze familiari. Più tardi tempestammo ogni possibile pubblicazione a fumetti coi nostri disegni adolescenziali, a cominciare, a metà degli anni Sessanta, dal Maschera Nera della Corno. Nel 1967 mi pagai i "vizi" estivi piazzando su Pappagone una serie di barzellette. Utilizzando prima il mio nome e facendomi poi "prestare" quello di alcuni amici (all'epoca, questo poteva qualificarmi come "gioventù bruciata", ma probabilmente erano astuzie dettate, più che dalla disonestà o dal bisogno... dall'ambizione) vinsi infatti più d'un primo premio e diversi secondi e terzi premi nel concorso settimanale per le migliori vignette dei lettori.





La mia prima opera letteraria finì invece su una rivista dove il fumetto era una componente secondaria.
Nel dicembre del 1965 era approdata nelle edicole italiane una inconsueta pubblicazione intitolata Colt 45. E sottotitolata "Storie vere del vero West".
La pubblicava l'Editoriale Olimpia, nota soprattutto per la rivista di caccia Diana, che ha cessato l'attività per fallimento nel 2012.
Dal n. 8, la redazione decise di varare una "pagina dei lettori" e fui io (insieme al lettore Scarpa) a tenere a battesimo la nuova rubrica con un raccontino accompagnato dalla relativa illustrazione. A sedici anni, avevo già il vizio di farmi tutto da solo! 



Non pago di quella soddisfazione, inviai anche delle vignette (sempre a carattere western, naturalmente) che apparvero due numeri più tardi e mi fecero guadagnare l'appellativo di "prolifico"... forse usato gentilmente al posto di "rompiscatole" o "asfissiante".


Forse avevo mandato anche altri materiali, ma non ci furono né il tempo né il modo di pubblicarli. Il 4 novembre di quell'anno l'Arno invase infatti Firenze e della devastazione causata fece le spese anche la casa editrice di Colt 45, che così ne informava i lettori: "Gente, gran parte dei servizi e delle illustrazioni che avevamo preparato per il fascicolo di COLT 45 destinato ad uscire in novembre galleggia attualmente sull'Arno, in qualche posto tra Firenze e la Grande Scodella. Per questa ragione ci scuserete se il fascicolo esce con un numero di pagine ridotto e privo di molte importanti rubriche. Gente, questo è un fascicolo storico e per la fatica che ci è costata metterlo assieme deve esservi più caro di qualsiasi altro. Il prossimo sarà migliore e certo più completo, ma mai come in questo momento abbiamo bisogno di tutta la vostra solidarietà e di tutto il vostro aiuto. Grazie, gente." Il messaggio in quarta di copertina era firmato da "il Pony Express".
Ma la testata non si risollevò mai. Dopo quel numero ne uscì solo un altro, datato Dicembre 66 - Marzo 67, che con un "Saludos, amigos!" si congedava definitivamente dai lettori.
Io, insieme a una interessante lettura che mi preparava inconsapevolmente alle sceneggiature zagoriane di due decenni più tardi, persi anche quella piccola "palestra" di scrittura e disegno fiorita nel Far West del capoluogo toscano.

2 commenti:

  1. Come insegna la saga di Amici Miei, l'Arno ha fatto la sua passeggiatina fuori alveo per mandare un messaggio, come quelli contenuti nei segnali di fumo dei western di via Buonarroti . Gastone Moschin a.k.a. architetto Melandri non era tanto d'accordo, ma pazienza. L'idea del Grande Fiume era di spostare un cartoonist dalla Terra della Ribollita alla palude di Darkwood. Purtroppo o forse per fortuna - quien sabe - parte del messaggio è andata persa e nessuno ha mai realizzato la Saga della Grande Scodella che prevedeva un team up tra un famoso mad doctor ed i suoi alleati allieni con l'intenzione di lanciare in orbita la foresta di Zagor. Lo Spirito con la Scure ed i suoi alleati avrebbero combattuto in quota come nemmeno in quello speciale della città tra le nubi ed avrebbero anticipato di qualche annetto sia la città nomata Bespin retta dal Lando Calrissian
    di Guerre Stellari sia la levitazione di un intera nazione del secondo film degli Avengers ! Peccato. So goes life.

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  2. Gran bella lettura del "karma dell'alluvione"... ma se avesse significato risparmiare tanti dolori e tanta rovina alla città di Firenze, avrei rinunciato volentieri ai miei pur meravigliosi anni in via Buonarroti! :-)

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