Ho già accennato ai giornalini che io e mio fratello facevamo da ragazzini a partire dai dieci-dodici anni, e in una pagina di questo blog ne trovate alcuni numeri completi.
I personaggi all'inizio li copiavamo da quelli dei fumetti che leggevamo (Pecos Bill, Il piccolo sceriffo, Blek Macigno, Rio Cid, Capitan Condor...), poi abbiamo cominciato a inventarne di nostri. I miei andavano dal cavalleresco Ser Lanciair, probabilmente ispirato ai telefilm di Ivanohe con Roger Moore, al tarzanide Zagar, agli umoristici Ribo e Robo, ai Tre del West. Quelli di maggior "successo", nel senso che mi avevano portato a realizzarne più episodi, sono Atlas, un poliziotto che (all'inizio) andava in giro con una tuta rossa e i guantoni da boxe (!), il cavernicolo Bonzo e, buon ultimo, Capitan Falco.
A distanza di quasi sessant'anni, tornato a fare l'editore di me stesso utilizzando il servizio Kindle Direct Publishing di Amazon (dove, perciò, sono distribuiti in esclusiva i volumi), tra le altre proposte e riproposte di miei lavori ho preso la balzana decisione di pubblicare almeno uno dei personaggi di quei giornalini disegnati direttamente a penna su fogli strappati ai quaderni di scuola e colorati con le matite, e la scelta è caduta quasi inevitabilmente su Capitan Falco che aveva già avuto, in altra veste, l'onore di una pubblicazione sulla stampa "vera". Infatti, quando collaboravo con il Giornalino delle Edizioni Paoline, avevo inserito alcuni dei personaggi e delle idee di quei piccoli albi infantil-adolescenziali nella mia serie Agenzia Scacciamostri. Lì, accanto al professor Van Der Groot e al suo assistente alieno Pico, avevo infilato sia Bonzo che Atlas che Capitan Falco, del quale avevo sfruttato anche il plot de "L'attacco dei robot".