venerdì 24 maggio 2024

Michel non corre più


Dopo la maratona di romanzi di Agatha Raisin, ne ho fatta una fumettistica.
Avevo acquistato qualche anno fa tutte le storie di Michel Vaillant nella collana di collaterali de La Gazzetta dello Sport, ed erano rimasti sullo scaffale della libreria in attesa di lettura. Che finalmente è arrivata.


Ho detto "tutte le storie". In realtà solo fino al sessanteseiesimo numero, l'ultimo a pubblicare lavori nei quali permaneva lo zampino del creatore del campione automobilistico, nelle avventure della motociclista statunitense Julie Wood.


Proprio per attendere la fine della serie autonoma della bionda sportiva (poi trasmigrata sulla collana principale) pubblicata in appendice alle vicende di Michel ho continuato a comprare le uscite settimanali anche se già da molti numeri - con l'arrivo di vari collaboratori e poi con la scomparsa di Jean Graton - l'interesse per la serie era già ridotto ai minimi termini per gli stessi motivi di cui ho parlato nel post su linkato.


Le storie più belle sono ovviamente le prime, buone fino a venti-venticinque volumi, poi iniziano a calare di qualità e d'interesse, specialmente nei periodici racconti più "documentaristici" che invitano allo sbadiglio. L'arrivo di collaboratori abbassa molto il piacere della lettura. Uno in particolare, di cui non conosco il nome, ha un segno sgraziato che rende antipatici tutti i personaggi di contorno da lui disegnati. Ha realizzato praticamente per intero anche una delle storie di Julie Wood rendendomene la lettura abbastanza spiacevole. A un certo punto è pure subentrato ai testi Philippe, figlio dell'autore. Per carità, scrive bene... ma l'atmosfera delle vicende cambia subito: ritmo più serrato, molte storie classicamente avventurose o gialle e di spionaggio, queste ultime due tipologie quasi sempre con soluzione dei misteri - almeno per me che sono del mestiere - decisamente "telefonata".


La ricorrente riapparizione del "nemico" storico, il Leader, almeno una volta è comunque riuscita a sorprendermi. Per il resto un tran tran a imitazione delle storie più belle e, quando la malattia ha impedito del tutto a Graton di dare il suo apporto ai disegni, per me la collana ha perso qualsiasi interesse.


Come ho detto, ho resistito fino al n. 66 - che ospita un episodio "fuori serie" tratto dalla sceneggiatura originale del film "Adrenalina blu - La leggenda di Michel Vaillant" - solo per poter completare la lettura di Julie Wood. E ora si passa ad altro.
In lista d'attesa ci sono altre due maratone, il Topolino di Gottfredson e il Fantomas Mondadori degli anni sessanta, ma prima smaltirò qualche lettura spicciola, come "Indians" dell'Aurea, due volumi de "Il professore", il volumone di Weird Zagor ecc.
Le letture, per fortuna, non mancano.  


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