giovedì 18 giugno 2020

Le tre facce del fumetto


Chi mi conosce sa che leggo fumetti da ormai sessantacinque anni, e li realizzo da più di cinquanta (sessanta se conto anche le produzioni infantili).
Ho vissuto, da lettore e professionista, la stagione d'oro del fumetto, quando tra giornaletti sexy, Topolini e riviste di vario genere e target, se eri bravo quanto basta un po' di lavoro si trovava abbastanza facilmente, e seguo attualmente con curiosità l'evoluzione di questo "linguaggio" che mi ha riempito la vita e ancora tanto mi appassiona e diverte: mentre il fumetto da edicola, seriale e no, vive un lento declino causato soprattutto dal fatto che come intrattenimento l'arte sequenziale non è più attrattiva come una volta, spodestata brutalmente quanto rapidamente da video e internet, cresce (ma partendo da zero si fa presto a farlo) il fenomeno del fumetto "da libreria", o Graphic Novel come è stato battezzato con grande efficacia comunicativo-commerciale. Che però non garantisce che a una manciata di autori di vivere scrivendo e disegnando vignette, come invece succedeva con il fumetto "popolare".
In queste settimane sto seguendo la collana (il "collaterale", come viene chiamato editorialmente) di Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera "VISIONI, graphic novel italiano".
Sono una decina, i volumi che ho acquistato e letto fin qui. Prima di analizzarli brevemente, permettetemi una riflessione suscitatami dalla lettura dei volumi finora presi, cioè "Cinquemila chilometri al secondo" di Manuele Fior, "Golem" di LRNZ, "Le voci dell'acqua" di Sclavi/Dell'Edera, "Il porto proibito" di Radice/Turconi, "Kraken" di Emiliano Pagani/Xxxxx Cannucciari, "Sweet Salgari" di Paolo Bacilieri, "Sputa tre volte" di Davide Reviati, "Carnera" di Davide Toffolo, "Enigma" di Tuono Pettinato/Francesca Riccioni,"Da quassù la Terra è bellissima" di Toni Bruno e "Maledetta balena" di Walter Chendi. L'ho riassunta nel titolo del post: nella forma libraria che sarà probabilmente quella in cui il medium sopravvivrà nel futuro, vedo infatti tre "categorie" accomunate da quell'efficace marchio che personalmente declino al maschile (come, con mia soddisfazione, fanno anche nella collana in esame), cioè:

Libri a Fumetti
Si tratta di storie abitualmente di genere, slegate dalla serialità (almeno da quella con fitte uscite da edicola), con stili di disegno e anche narrativi che si distaccano dalla produzione più tradizionale.

Romanzi a Fumetti/Graphic Novel
Quello che distingue il graphic novel dal "normale" Libro a fumetti direi che è un afflato più romanzesco, con una narrazione a volte letteraria, a volte intima, comunque capace di trascendere il genere.

Seghe Mentali a Fumetti/Graphic Mind Handjob.
Questo genere nasce con le cosiddette "riviste d'autore", quando, nella voglia di sperimentare degli anni settanta e dintorni, editori e direttori hanno dato ampio spazio a produzioni dalle pretese artistiche e dalla fruibilità quantomeno discutibile. Con la morte di quelle pubblicazioni ha trovato inevitabile approdo nelle collane di graphic novel o presunti tali. A volte a meritare la qualifica è soprattutto il testo, altre un disegno pretenzioso quanto insignificante, altre ancora la perfetta simbiosi delle due manchevolezze.







Nel ristretto campionario in esame, direi che alla categoria del Graphic Novel appartiene in modo prepotente "Il porto proibito", forse l'unico fumetto che nella mia vita è riuscito letteralmente a commuovermi, e in tono minore il bel lavoro di Fior (per il quale si potrebbe aggiungere la sottocategoria del Graphic Short Novel, o del Graphic Tale).



"Le voci dell'acqua" l'ho recensito su Facebook con un "Vabbeh!", perciò inseritelo da soli nella categoria che vi sembra più adeguata.



Non riesco a classificare il lavoro di LRNZ: un'imitazione appassionata delle opere di Masamune Shirow e altri mangaka con un dispendio di lavoro per me mostruoso (io a disegnare "realistico" faccio sempre una gran fatica, e veder spendere tanto impegno per una storia fatta per quattro quinti di pura azione mi agita non poco).






"Kraken", invece, secondo me è un classico Libro a Fumetti: bella storia (anche se dovrò rileggermi il passaggio finale della "mutazione" del ragazzino, che non ho capito del tutto), ottimamente scritta e disegnata alla grande da un sorprendente Cannucciari. Siamo dalle parti di certi affascinanti comic book horror statunitensi d'una volta, e comunque si tratta di un'opera che avrebbe potuto essere tranquillamente ospitata su Le Storie bonelliane (dimostrandosene una perla).







Ha fatto davvero un magnifico lavoro Paolo Bacilieri col suo "Sweet Salgari". La biografia del prolifico scrittore raccontata in frammenti di vita acutamente scelti, partendo praticamente dal suo suicidio e aggiungendo episodio dopo episodio le gioie, i dolori, i problemi economici e familiari che l'hanno portato alla tragica scelta. Il tutto inframezzato da cartoline d'epoca che fanno da contrappunto a brani dei libri, da Sandokan al Corsaro Nero. Un'opera intelligente, godibile. Difficile da collocare nel mio scherzoso schema: per certi versi, un Libro a Fumetti di genere biografico. Ma le scelte grafiche e narrative gli fanno trascendere quella categoria e dunque, sì, è un Graphic Novel. O meglio, un Biographic Novel.

Bello "Sputa tre volte", ottimamente scritto, disegno particolare, interessante, efficace. Gran lavoro di documentazione, che non pesa assolutamente nella narrazione. Lascia dentro un po' d'agitazione psicologico-emotiva. Dovrò guardare un paio di volte lo sceneggiato inglese di "Orgoglio e pregiudizio", per ritrovare del tutto la serenità interiore.

Davide Toffolo, da friulano a friulano, racconta la storia di un sogno che ha la materia tutt'altro che impalpabile dei due metri di muscoli di Primo Carnera, proiettato via ring dalla profonda provincia italiana alla ribalta mondiale. Una storia bella e a lieto fine che l'autore racconta coi suoi piacevoli disegni eisneriani. Un Biographic Novel come si deve.


Più tragica la vicenda biografica basata sulla "strana vita" di Alan Turing narrata da Tuono Pettinato col supporto dei testi e delle competenze scientifiche della Riccioni. Disegni essenziali che riescono con un tratto umoristico ad accompagnare una narrazione tutt'altro che leggera. Biographic Novel di ottimo livello e grande godibilità.




Mi ha lasciato un po' perplesso l'assunto del libro di Bruno: uno psicologo statunitense chiamato in Russia ai tempi della Guerra Fredda per far superare angosce esistenziali a un astronauta che vuole/deve tronare presto nello spazio. Per mettere a confronto due angosce e due visioni del mondo forse si poteva trovare uno spunto diverso, ma la storia comunque scorre bene e il disegno la serve in maniera adeguata. A metà strada tra il Libro a Fumetti e il Graphic Novel.

La maledetta balena di Chendi è una nave da crociera travestita da nave ospedale per farle superare indenne gli anni della guerra. L'hanno parcheggiata da una parte con un ridotto equipaggio che deve solo aspettare la fine del conflitto. Il racconto procede dall'oggi, col protagonista morente in letto d'ospedale, agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Storia d'amore, di psicosi, d'affetti e di violenza. E di un simbolico gabbiano. Storia dolente, nell'incedere, nel disegno, nei colori. Graphic Novel costruito con certosino amore. 




Ecco, ora verificherò se le tre categorie saranno confermate anche dalle prossime uscite della collana e dagli altri Graphic Novel che mi capiterà di leggere, o se dovrò rivedere il mio schema. Ci risentiamo prima o poi su queste colonne. 

3 commenti:

  1. Zerocalcare è il più fulgido esempio di seghe mentali a fumetti.

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    1. Non sarei così categorico, Luca: tolte le divagazioni generazionali Dodici, Dimentica il Mio Nome e Un Polpo alla Gola hanno comunque delle trame.

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  2. Non concordo neppure io, Luca: ho quasi tutti i libri di Zerocalcare e, quale più quale meno, mi sono piaciuti e mi hanno divertito. Anche il disegno è simpatico e funzionale alle storie. Non grido al capolavoro, ma è un autore che apprezzo.

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