mercoledì 23 ottobre 2024

Storia di un marchio


Nel 1995, appena conclusa la pubblicazione dell'Inferno di "Dante, la Divina Commedia a fumetti" su il Giornalino nell'edizione a colori "adeguata al target", decisi di dare alle stampe la versione originale in bianco e nero. All'epoca gestivo Fumo di China, pubblicata dalla NED 50 (Nuove EDizioni 50, che avevano preso il posto delle Edizioni 50 messe su con Paolo Di Pietrantonio e Stefano Casini per editare la rivista foxtrot!), che oltre ad andare in edicola sfruttava con soddisfazione anche il canale delle fumetterie dove era distribuita principalmente a cura della decana Alessandro Distribuzioni.


Era l'epoca in cui quei negozi sembravano promettere nuovi e luminosi traguardi al mondo del fumetto; con la loro modalità di prenotazione degli albi e l'assenza di resi, consentivano di fare tirature mirate permettendo così a tantissime piccole realtà di "provarci" senza eccessivi rischi. Lì indirizzai dunque il mio Dante realizzato in fascicoli spillati di 24 pagine in bianco e nero più copertina a colori (alla fine della serie mi inventai anche un raccoglitore di cartone studiato sulla base di uno che raccoglieva non ricordo più quali fascicoli... della Coop!). Visto che, anche se contabilmente l'operazione era condotta dalla Ned 50, di fatto era una cosa mia di cui mi accollavo le spese e prendevo i guadagni, sentii il bisogno di utilizzare un'altra "etichetta", e mi venne naturale "marchiare" i fascicoli recuperando il nome della defunta foxtrot!, accompagnando il logo con un simbolo grafico che richiamava il balloon dei fumetti, come vedete nella copertina qui sotto.


Con lo stesso marchio pubblicai varie altre produzioni mie: Superstrunz, Agenzia Scacciamostri, Strip Wars ecc. Quell'esperienza mi insegnò una cosa fondamentale: Dante vendeva. Bene. E non smetteva di vendere, obbligandomi a ristampare più volte. Anche gli altri albi a strisce umoristiche vendevano bene. I prodotti "realistici" (Agenzia Scacciamostri, Shanna Shokk, ma anche il Turma disegnato da Valdambrini) si pagavano invece a malapena i costi di stampa.
Quando vendemmo alla riminese Cartoon Club Fumo di China, l'Annuario del Fumetto e il Mangagiornale, chiudendo la Ned 50, tenni per me la branca di giornaletti da fumetteria aprendo una ditta individuale intestata a mia moglie e mantenendo il nome di Edizioni Foxtrot.
Abbandonata la Lombardia e trasferitomi in Toscana per motivi familiari, chiusi la casa editrice affidando ai ragazzi di Rimini anche la prosecuzione delle collane da fumetteria che mantennero il logo Foxtrot accanto a quello della casa editrice (all'inizio c'era anche il marchio BD di Andrea Rivi, che coeditava il volume per la distribuzione in libreria). 


A un certo punto decisi di "aggiornare" il logo sostituendo al cerchio-balloon la sagoma di una piccola volpe (il foxtrot è un noto ballo e, come sanno gli anglofili, significa "trotto della volpe").


Quando le mie opere più importanti e fortunate passarono alla Shockdom, Cartoon Club fu contemporaneamente acquisita dalla FreeCom/DOC Comics, e sulle mie successive opere furono questi due marchi "associati" ad apparire in copertina, mentre il Foxtrot veniva definitivamente archiviato.



Non per questo sparì dal mio orizzonte.
Qualche anno fa, infatti, l'amica Irene Riva mi chiese se c'era modo di ridare vita editoriale ai materiali (i suoi testi e le mie vignette) che avevamo prodotto per una bella agenda della Teka Edizioni la quale, per sua natura, aveva concluso la propria vita nell'arco dell'anno di pubblicazione.


Pensai che era l'occasione per sperimentare il servizio Kindle Direct Publishing di Amazon di cui mi aveva parlato un contatto di Facebook, e misi perciò insieme il libriccino "Femminile? Sì, grazie" che, per il momento non aveva in copertina marchi di nessun genere, ma solo i nomi degli autori. La prova andò bene: il meccanismo funzionava, opportunamente pubblicizzato il volumetto vendeva e le royalties arrivavano puntualmente. Mi si aprì così davanti la possibilità di tornare a fare l'editore di alcuni miei lavori senza spendere un soldo, senza bisogno di tenere magazzino e contabilità, ed evitando tutte le altre rogne burocratiche del far libri. E ritrovando la totale e felice libertà di quando, ragazzino, mi facevo gli albi a fumetti in casa. Anche se non era una effettiva "casa editrice", decisi di dare riconoscibilità ai volumi che avrei prodotto fornendo loro una veste grafica uniforme e rispolverando l'amato marchio, limitandomi a togliere l'occhio alla piccola volpe per rendere il logo più "serio" e adatto a una produzione non solo fumettistica.





Creato spartanamente un sito alla novella impresa editoriale, negli ultimi anni ho già prodotto quattordici libri di varia natura, un paio dei quali ("Sonny Solo" e "ZigZagor") in duplice veste brossurata e cartonata, e altri sono in gestazione. Anche al libro di Irene cambiai la copertina per inserirlo a pieno titolo nel catalogo Foxtrot.


Credo proprio che a questo punto il marchietto della volpe mi accompagnerà finché la salute mi consente di divertirmi a partorire i libri che la fantasia e la voglia di raccontare fanno nascere nella mia testa.  





 

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