lunedì 26 settembre 2011

Quando se ne va un genitore



Ho appreso la notizia della morte di Sergio Bonelli dalle colonne di Facebook, postata da Luca Enoch. E sono rimasto lunghi istanti a guardare quelle righe pensando: "E' uno scherzo!", anche se il fatto che il link rimandasse al Corriere della Sera dimostrava il contrario.
Una volta accettata la notizia, mi sono chiesto perché avessi avuto tanta difficoltà a crederla vera. Poi ho capito. Sergio era una di quelle figure, come i genitori, che "sono sempre state lì", da quando sei nato. Magari un genitore con il quale non vai d'accordo su tante cose e hai anche avuto screzi ai limiti del litigio, ma l'affetto per il quale non è mai stato comunque in discussione. Un genitore, appunto, che è sempre stato lì e che nell'intimo ti aspetti debba rimanerci per sempre, anche se sei ben consapevole di come le nostre vite siano tutte a termine.
E' con questo stato d'animo che ripercorro con la memoria il mio rapporto prima con le sue creazioni editoriali, dai volumetti a striscia, alla raccolta mensile di Zagor "da 200 lire", all'immensa Storia del West di D'Antonio, all'inconsueta, coloratissima collana "Un uomo un'avventura", alla scoperta di Mister No con gli originalissimi disegni di Roberto Diso, a Ken Parker e giù giù fino a Dylan Dog. E poi con lui, conosciuto di persona quando ho cominciato a collaborare come sceneggiatore a Zagor, continuando per dieci anni.
Alla fine il mio rapporto con la casa editrice si è guastato. Avrei voluto fare altre cose e fare diversamente le cose che facevo, ma all'epoca non c'era spazio per certe "avventure". Con Sergio, che avevo visto in tutto tre o quattro volte, il rapporto è rimasto "congelato" in una reciproca cortesia tra "colleghi" che hanno scelto strade diverse. Ci eravamo risentiti per via epistolare quando gli avevo suggerito un paio di idee editoriali (anche senza mio coinvolgimento personale come autore) che speravo potessero interessarlo. Purtroppo la distanza fra i miei sogni e i suoi "paletti" editoriali era ancora immutata, e la cosa si è spenta con le sue abituali lettere di risposta, cortesi ma schiette. Ci siamo rivisti l'ultima volta a luglio in occasione di Riminicomix, salutandoci con l'abituale tranquillità ma senza nulla da condividere, in realtà, se non (spero) il reciproco rispetto.
Così tutto quello che rimane di "irrisolto" tra me e lui sono tre sceneggiature, due di Zagor e una di Nick Raider, riaffiorate da un armadio quando, recentemente, ho traslocato. Storie che avevo scritto "a modo mio" per mettermi di traverso quando il rapporto con la casa editrice si stava irrimediabilmente sfilacciando, e che Bonelli ha regolarmente pagato ma deciso di non utilizzare mai.
Peccato, perché nell'ultima Cico riusciva (finalmente) a far sesso con una bella pellerossa! Dopo tanti anni di avventure in astinenza, il pancione se lo sarebbe meritato.



L'immagine in alto è uno schizzo "di suggerimento" al disegnatore per una pagina della storia di Zagor "La porta degli incubi", rimasta inedita. World © Marcello Toninelli.