lunedì 6 novembre 2023

Lucca, torna coi piedi per terra!


Si è conclusa ieri l'edizione 2023, una cinque giorni che ha dovuto affrontare più di un problema.
Per cominciare, la pioggia che aveva risparmiato la manifestazione negli ultimi anni. E che pioggia! Intere zone della Toscana allagate, tetti scoperchiati e alberi abbattuti da un vento particolarmente forte. Intere tratte ferroviarie sono state chiuse, creando problemi anche a quelle (come la Livorno-Pisa-Lucca che ho utilizzato io nei giorni dell'evento fieristico) non danneggiate dal maltempo.


Questo ha sicuramente disincentivato un gran numero di visitatori, al punto che nella giornata di venerdì si passeggiava per le vie di Lucca quasi come in un qualsiasi altro giorno dell'anno. Ma a tenere lontani gli appassionati ci devono essere anche altri motivi, se le vendite online dei biglietti quando ancora non si potevano immaginare i disastri in arrivo non hanno soddisfatto le attese. Se infatti l'anno scorso (a quanto mi dicono) si era messo un limite giornaliero di 70mila presenze e più d'un giorno era andato sold out prima dell'inizio del Salone, quest'anno che il tetto era stato portato a 80mila biglietti quotidiani, solo quelli di sabato erano andati esauriti, mentre a quanto mi risulta gli altri giorni avevano visto quote tra i 50 e i 60mila ticket acquistati. Il risultato finale, alla luce dei problemi meteorologici, può anche essere considerato soddisfacente (314.220 biglietti complessivi venduti contro i 319.926 del 2022) ma se si pensa ai 400mila attesi contro i 350mila inseguiti l'anno scorso, non si può che constatare una forte battuta d'arresto nel percorso di crescita continua e corposa ipotizzata dagli organizzatori.




C'è stanchezza, tra gli abituali frequentatori della manifestazione? File interminabili (a volte raddoppiate insensatamente, tipo per la consegna dei braccialetti non effettuata contestualmente a quella del biglietto), prezzi di ristorazione e pernottamento ormai fuori controllo nell'illusione di un aumento inarrestabile dei visitatori e della loro capacità di spesa, in realtà già falcidiata da una pesante inflazione... tutti motivi che possono aver scoraggiato la partecipazione all'evento a cui le previsioni del tempo sembravano voler negare anche il festoso spettacolo dei cosplayer (che infatti si sono cominciati a vedere solo da sabato, con l'arrivo del sole).
Un'altra cosa curiosa che ho notato è che non si è visto nemmeno uno degli appassionati di vecchia data che passavano abitualmente a salutarmi. Da cosa dipende? Se non si sono tutti spaventati per il maltempo (ma di solito arrivavano la mattina del primo giorno, col sole e con la pioggia), mi viene da pensare che sia cambiata la "geografia" dei padiglioni. Il Napoleone, che un tempo era il Centro della manifestazione fumettistica, dopo l'esodo di Bonelli, Disney e Panini è ridotto a Periferia, e non bastano tre editori di un certo peso come Bao, Tunué e Oblomov a qualificarlo. Un tempo attirava i lettori di TUTTI i fumetti (tradizionali, graphic novel, sperimentali...) mentre ormai sembra essersi ridotto nella considerazione dei visitatori a padiglione dei manga e dei "fumettibrutti", al quale alcune tipologie di appassionati non si avvicinano nemmeno. Forse si dovrebbe abbassare il costo degli stand che fanno pagare ancora come quando era il Centro dell'evento. Se non si convocano degli "Stati Generali" degli espositori, temo che fra qualche anno resterà solo il carnevale dei cosplayer. E coi fumetti faremo coriandoli.


E per gli espositori come sono andate le cose? Non ho dati per dirlo se non quelli della mia esperienza personale al tavolo delle firme. Intanto, a differenza degli ultimi anni, non ci sono stati sold out dei miei libri, né Shockdom né Foxtrot, e non credo dipenda dal fatto che il gestore dello stand, la neonata A.P.O., abbia portato più copie del solito, perché solo in un paio di mattine mi sono trovato a far dediche senza alzare la testa dal tavolo. Per il resto i libri sono sì andati via (ottime soddisfazioni dal costoso "Dantone", dal Benito e, con mio grande piacere, anche dal Dante 2.0 che sta dimostrando di attirare lettori di per sé, indipendentemente dal "traino" della Divina Commedia a fumetti), ma con ritmi sicuramente meno frenetici rispetto alle ultime due edizioni.




Per gli altri editori presenti, nelle poche passeggiate fatte tra i padiglioni dentro le mura, il pubblico non mancava ma non ho visto assembramenti particolari, e davanti ad alcuni stand anche grandi (e dunque costosi) spesso non ho visto anima viva.

Quali considerazioni si possono fare, dunque? Forse che bisogna svegliarsi dal sogno di una continua crescita che non ci può essere, e altrettanto dicasi per facili guadagni sulla pelle dei visitatori. L'amministrazione comunale-Lucca Crea e l'intera città dovrebbero forse darsi obiettivi di mantenimento e miglioramento della manifestazione facendo un passo indietro attestandosi su numeri che garantiscano sufficienti e corretti guadagni per tutti senza farsi prendere da ingordigie incontrollate, e insieme la massima vivibilità della città per residenti e visitatori. A questo proposito, trovo interessante il suggerimento sentito da più parti di spezzare l'evento in due, un'edizione in primavera e una in autunno come già successo in passato, separando Fumetti e Giochi (magari mantenendo il "carnevale" del cosplay per entrambe). Non sono esperto di organizzazione di manifestazioni, ma così a naso direi che non dovrebbero esserci controindicazioni economiche (forse il contrario) e sicuramente la festa sarebbe molto più gestibile e godibile per tutti.



martedì 17 ottobre 2023

Il fumetto, una volta all'anno


Correva l'anno 1995. Dopo aver portato in edicola per un buon lustro Fumo di China, un giorno passando dall'edicola di Bareggio - dove abitavo - mi cadde l'occhio sulla rivista Annuario Orologi. E pensai che poteva essere una buona idea affiancare una pubblicazione del genere al nostro mensile: un numero più corposo che, una volta all'anno, facesse un po' il punto sullo stato del settore in genere e sulle uscite a fumetti dei dodici mesi precedenti.


Avevamo già fatto in passato dei "numeri speciali", di solito in occasione dei mesi estivi, ma comportavano dei problemi tecnici di distribuzione, così li avevamo accantonati. Una nuova e separata testata invece non avrebbe creato fastidi, e con gli altri soci ritenemmo che una simile pubblicazione avrebbe potuto attirare anche chi non leggeva abitualmente FdC.
Mettemmo così insieme la rivista, battezzata Annuario del Fumetto e dedicammo a Spider-Man la copertina e il servizio principale con il titolo "L'anno del Ragno".


Per rafforzare l'idea del periodico esaustivo e di servizio, mi inventai anche un blocco centrale con "Le Pagine Gialle del Fumetto", dove elencavamo nomi e indirizzi delle case editrici, delle fumetterie, delle scuole di fumetto ecc.; all'epoca internet muoveva i primi passi (come dimostra il riquadro sull'argomento apparso proprio in quel primo numero e che potete vedere qui sotto) e non era facile reperire tutte le informazioni, e tantomeno tenerle aggiornate. Anche la richiesta ai diretti interessati (in fondo gli facevamo in qualche modo pubblicità) cadde abbastanza nel vuoto e solo ogni tanto arrivava, in forma di protesta, la segnalazione di una libreria dimenticata o di un editore non censito.


La nuova pubblicazione si rivelò un piccolo successo che ci portava ogni anno un utile di tre milioni di lire... esattamente la stessa cifra che dovevamo sborsare per una nefanda "tassa delle società" inventata in quel periodo dal governo (e poi dichiarata illegale dalle autorità europee; a quel punto la tolsero, ma si guardarono bene dal rimborsare quanto ci avevano "rubato" negli anni precedenti!) e che mandava in rosso i conti del mensile. L'Annuario ci permise perciò di andare avanti tenendo in pareggio i conti della casa editrice.


L'anno successivo dedicammo copertina (dell'amico Marco Torricelli) e servizio principale a Zagor (che avevo scritto per una decina d'anni e abbandonato non molto tempo prima) col titolo "L'anno della Scure", e nel '97 - su suggerimento di Davide Castellazzi, all'epoca redattore di Fumo - provammo a varare anche un Annuario dell'Animazione, che invece vendette molto poco e non vide mai un secondo numero, e poi una rivista dedicata a fumetti e animazione giapponese, il Mangagiornale, che vendeva bene in fumetteria ma zoppicava vistosamente in edicola.



Comunque, con qualche "buco" (non uscì nell'anno del passaggio di editore dalla Ned 50 a Cartoon Club, e di nuovo - per due anni - al tempo della pandemia) l'Annuario è ancora tra noi (il Mangagiornale è invece attualmente un inserto del mensile). Io ormai collaboro abbastanza sporadicamente con gli amici di Rimini che curano le due pubblicazioni. Ogni tanto ho realizzato qualche copertina, sia per Fumo di China che per l'Annuario, e quando ho tempo e motivo scrivo qualche articolo.



Sono tornato a farlo proprio per l'uscita di quest'anno, in edicola da pochi giorni (avete visto la copertina in apertura di post) con due ampi servizi: sulle Intelligenze Artificiali, e sul politically correct.



Che volete, quando si è dato vita a un progetto, è come un figlio: anche se è abbastanza grande per andare per la sua strada in totale autonomia... il padre resta sempre il padre, ed è un piacere ogni volta tornare a dargli una mano appena ce n'è la possibilità e l'occasione.

Tra due anni si festeggeranno i trent'anni della pubblicazione. Salvo imprevisti, mi prenoto sin d'ora per disegnare la copertina. Magari di nuovo col Ragno.

  

martedì 10 ottobre 2023

Perché il Coniglio?

Al momento sto lavorando per le mie "edizioni" Foxtrot al primo volume di "TutteleStrisce"; conterrà tutte le strip in bianco e nero non ancora viste in volume, mentre il secondo ospiterà tutte quelle a colori. Ho deciso questa divisione per non dover pagare col prezzo delle pagine a colori anche la stampa di quelle in bianco e nero, in modo da risparmiare io ma soprattutto non far pagare inutilmente un prezzo più alto a lettori e lettrici.
Rovistando nei cassetti in cerca dei materiali da scansionare ogni tanto salta fuori qualcosa da un passato quasi dimenticato. Come nel caso de "L'ora del Coniglio", un racconto autoconclusivo di sei pagine realizzato per chissà quale scopo. Per presentarsi agli editori, cartellina sottobraccio, all'epoca si usava portare una scelta di tavole uniche di vario genere, non una storia completa, perciò... che ne volevo fare? Boh. Non lo ricordo proprio.
Dal tipo di disegno, direi che l'ho scritto e disegnato negli ultimi anni settanta (mi conforta in questo anche il fatto che nel testo della storiella si fa riferimento all'anno 1977), dopo le Sexy Operette (delle quali ho pubblicato recentemente alcune parti scelte nel volumotto "Le Sexy Parodie") e prima di Sonny Solo (integralmente raccolto in volume sia in edizione brossurata che in un cartonato "de luxe").



Comunque, visto che è saltato fuori l'ho scansionato, ripulito e rifumettato. Così sarà pronto quando si tratterà di inserirlo nell'antologico "TuttiiRacconti" di prossima realizzazione (tempo e salute permettendo). Mi sembra che in fondo la storia, nella sua brevità, non fosse male. Potete leggerla per intero qui sotto.












venerdì 8 settembre 2023

Riso amaro


Ho finito oggi di leggere "Italia ride!" di Luca Boschi, finalmente recuperato a una delle ultime mostre a cui ho partecipato (Etna Comics, se la memoria non m'inganna). Un lungo, piacevole tuffo in un mondo che non esiste più fatto di giornalini spartani messi insieme con niente ma capaci di riempire le nostre infanzie prive d'altri intrattenimenti che non fossero andare a giocare coi fratelli e i compagni; giornalini (sì, "giornalini", meravigliosa parola) stampati da editori spesso cialtroni e pure un po' disonesti che sfruttavano i loro autori prendendosi le tavole originali, straziandole con rimontaggi più o meno infelici quando non inguardabili e guardandosi bene dal riconoscere diritti per le ristampe (salvo Bianconi, che qualcosa arrivò a pagare) e ancor meno per le cessioni all'estero; pur tuttavia, giornalini che gli autori si divertivano a fare e che spesso davano loro di che vivere in un relativo lusso, sia pure macinando centinaia di tavole (umoristiche) ogni mese, anche cinquecento!








Un momentaneo ritorno all'infanzia lontana e alle sue felici ingenuità.
Poi, programmando di realizzare un secondo volume per completare il suo splendido lavoro, Luca chiude con un "Il romanzo, felicemente, continua". Ed è stata una pugnalata al cuore.


 

giovedì 6 luglio 2023

Una cagnolina con le orecchie rosa


Tra i tanti lavori che ho realizzato nei primi anni ottanta c'è anche una collaborazione abbastanza lunga a Poochie, il mensile dedicato alla cagnolina con le orecchie rosa di cui all'epoca furoreggiava il merchandising.
Nei primi venti numeri credo di aver scritto tutte le sceneggiature del personaggino, una quarantina di episodi in tutto. Di uno, "Poochie e il gattino pestifero" apparso sul numero 8 del 1985, ho fatto anche i disegni. Potete vederli qui sotto, con tutte le loro manchevolezze.
Gli altri episodi erano disegnati da Bruno Dettoni e Sostene Granata.










venerdì 23 giugno 2023

Volareee... oh, oh!


Tempo fa, in famiglia, dissi che prima di morire avrei voluto fare un volo in mongolfiera. Ci è voluto un po', ma alla fine siamo riusciti a organizzare la cosa e stamani, con mia figlia Serena e mia cognata ci siamo portati nella zona del Chianti per vivere quest'esperienza.


A parte la levataccia a ore antelucane, è andato tutto nel migliore dei modi: giornata perfetta con sole e pochissime nuvole (e col tempo matto che ci ritroviamo, quando dieci giorni fa abbiamo stabilito la data c'era da aspettarsi di tutto), operatori gentilissimi e molto professionali e volo senza problemi.

Abbiamo potuto assistere a tutte le fasi di preparazione: gonfiaggio dei palloni con potenti ventilatori e successivo azionamento dei "lanciafiamme" che hanno fatto sollevare il pallone; poi, arrampicata a bordo e alzata in volo col pilota, Oliver, un ragazzo giovane e simpatico che alternava l'inglese a un italiano... piacevolmente locale. E' il figlio del titolare dell'azienda, una delle tre che costituiscono la cooperativa di voli in mongolfiera, credo la più importante d'Italia. Il padre, uno dei tanti olandesi che si sono comprati fette di Toscana, molti anni fa aveva fatto, da cliente come noi, un volo in pallone e se ne era innamorato, prendendo il brevetto per la guida degli aerostati e mettendo su l'impresa in quattro e quattr'otto. Oliver, cresciuto tra le mongolfiere, ha seguito le orme paterne. Con grande felicità, per quanto abbiamo potuto constatare.


I voli si svolgono quotidianamente in primavera-estate-inizio autunno quando il tempo lo consente. Le ceste ospitano nove o diciotto passeggeri oltre al pilota. Oggi ce n'erano tre da nove più una (pallone rosso) con solo il pilota che stava terminando il proprio addestramento in vista dell'esame nei prossimi giorni.



Il nostro cicerone si è divertito, come è sua abitudine, a fare "surf sulle cime degli alberi". A un certo punto da un altro pallone hanno avvertito di aver avvistato una famigliola di cinghiali che noi non siamo riusciti a vedere. Però io e Serena abbiamo visto un cerbiatto che rientrava nel fitto degli alberi.



Abbiamo sorvolato anche la villa-tenuta della famiglia dove si producono vini, oli e soprattutto formaggi grazie a un gregge di novecento pecore e salutato, ricambiati, il cugino di Oliver che si avviava al lavoro nella fattoria.


Piccoli brividi all'atterraggio. Siamo discesi in un campo punteggiato da rotoballe dove ci attendevano le auto dell'azienda per riportarci al punto di partenza dopo una degustazione di prodotti locali. Il pilota ci aveva avvertiti che c'era la possibilità che toccando terra la cesta, trascinata dalla spinta, si adagiasse sul fianco. In effetti, mentre ci tenevamo saldamente alle apposite maniglie dando la schiena al terreno che ci veniva incontro, la navicella ha strisciato sul suolo inclinandosi fortemente a più riprese, ma Oliver è riuscito a raddrizzarla per lo stop definitivo.

Io e le due fanciulle che mi accompagnavano eravamo i soli tre italiani in mezzo a inglesi. A quanto pare i nostri conterranei non sono clienti abituali dei voli, al punto che il ragazzo che ci riaccompagnava alla base ci ha chiesto come ci fosse "venuto in mente" di fare 'sto volo in mongolfiera. Dovevamo essere, se non gli unici in assoluto, i primi da molto tempo!


Ad aggiungere un tocco di modernità a una tecnologia di volo sostanzialmente ottocentesca, il volo dei tre aerostati è stato accompagnato e ripreso da un drone, il cui filmato può essere acquistato online.

Ora, non avendo altri desideri da esaudire, posso tornare a occuparmi a tempo pieno delle due cose che mi danno maggiore serenità: la mia famiglia e fare fumetti/scrivere romanzi.