sabato 19 dicembre 2015

Una Lucca tira l'altra



Visto che ogni promessa è debito, l'amico Cesare Milella mi ha inviato una piccola collezione di foto che ci ritraggono in occasione di varie edizioni di Lucca Comics & Games a cui abbiamo partecipato entrambi. Nell'e-mail mi scrive:
"Caro Marcello, è con grande piacere che, come promesso all'ultima Lucca Comics ti invio le foto scattate nel 2006, 2008, 2009 e 2015. In alcune sono con le tue pubblicazioni a fumetti che rileggo spesso con grande divertimento. Grazie per le risate fatte e anche per le avventure più serie ma sempre belle che hai scritto per Zagor e che ho letto di recente sulla collezione storica a colori di Repubblica."
Incontrare i propri lettori è sempre un piacere, e per fortuna le persone che leggono (non solo i fumetti, credo, ma probabilmente i fumetti in particolare) sono tutte allegre, festose, educate... e mantengono anche le promesse.
Per questo voglio ringraziare, con Cesare a cui spero di riuscire a regalare ancora molte risate, tutti quelli e quelle che a ogni mostra fumettistica o convegno mi fanno dono dei loro sorrisi e della loro gentilezza.








venerdì 11 dicembre 2015

Cose che ho fatto in tempo a conoscere...

  ...e che i miei figli non hanno mai visto né sentito.

6. IL LACCIO PER I LIBRI




Finché si andava alle scuole elementari o alle medie (o meglio, per me e i miei fratelli, all'Avviamento Commerciale che, all'epoca, affiancava la Scuola Media Inferiore), i libri si portavano dentro la cartella. Seriose cartelle di cuoio, perché il consumismo non aveva ancora invaso i materiali scolastici con le immagini di Batman, Tartarughe Ninja o Principesse Disney. Quando arrivai alle Superiori (a metà degli anni Sessanta), scoprii che per i "grandi" c'era un altro modo di portare a scuola libri e quaderni: il laccio elastico che vedete nella foto qui sopra. Era un modo per distinguersi dai "bighini" (bambini piccoli, nella vulgata senese). E un discreto risparmio per le famiglie.
Come si usava? Semplicemente, la mattina si faceva un "pacchetto" dei libri e quaderni necessari per le lezioni del giorno e ci si metteva attorno la cinghia che, essendo elastica, si adattava allo spessore del pacco. Poi si prendeva il quasi-parallelepipedo così assemblato e lo si portava in braccio fino a scuola. A seconda del numero di libri e quaderni che occorrevano di mattina in mattina, si rivelava un discreto esercizio fisico quotidiano!
Naturalmente la fantasia adolescenziale trovava anche altri utilizzi per il laccio, come le gare di cinghiate. Il gancio metallico, secondo dove venivi colpito, poteva fare abbastanza male. 
Non saprei dire quale fosse la durata media di un laccio, ma ricordo che la gomma, con l'uso, piano piano si logorava e rischiava di rompersi durante il trasporto con effetti catastrofici. O comici.
Poi qualcuno si inventò gli zaini, e a distinguere i piccoli dai grandi sono rimaste solo le decorazioni degli stessi, più infantili o "adulte".

sabato 5 dicembre 2015

La buona scuola


A fine novembre sono stato invitato a partecipare al Festival "Dante, l'immaginario" che si è svolto a Bari dall'1 al 30 del mese per festeggiare il 750° anniversario della nascita dell'Alighieri.
Ero l'ultimo dei sei scrittori venuti a parlare delle loro opere, ma il più "rappresentato", visto che tra le cento opere librarie dedicate a Dante esposte per l'occasione nelle teche della Sala Mediterraneo del Liceo "Orazio Flacco" ero l'unico ad averne cinque: il romanzo "S'i' fosse morte..." e i quattro volumi a fumetti del Dante pubblicato da Cartoon Club: "Inferno" "Purgatorio", "Paradiso" e "La vita".
Come ho spiegato durante l'incontro, io più che scrittore o fumettista mi sono sempre sentito sostanzialmente un "raccontatore" o, se volete, un "contastorie". I genitori di un mio amico cresciuto in un piccolo paese della campagna senese mi hanno raccontato di quando, in assenza della televisione, i contadini dopo cena si ritrovavano nell'aia, sotto le stelle, o nella stagione fredda davanti a un focolare a raccontare storie. Aneddoti divertenti ed educativi, come quello del lavorante che, in inverno, rubava l'olio ghiacciato mettendosene ogni sera una manciata in tasca e che il fattore, ammoscatosi della furberia, invitò in casa trattenendolo davanti al caminetto finché l'olio si sciolse ungendogli gambe e pantaloni e svelando così il suo furto. O storie di fantasmi e presunti tali che, complice l'atmosfera notturna, ghiacciavano il sangue nelle vene degli ascoltatori. Ecco, io - anche se lavoro nella solitudine del mio studio - mi sento come uno di quei villani che cercavano di strappare una risata, un momento di commozione o un fremito di paura al proprio pubblico e quando ci riesco ho la soddisfazione (posso parlare di felicità?) di aver svolto bene il mio compito nella moderna "aia mediatica". Le pur necessarie etichette professionali, poi, hanno ben poca importanza.


Nel capoluogo pugliese ho avuto la gioia di incontrare la Buona Scuola. Che non è quella posticcia e strumentale promossa e promessa dal nostro attuale Presidente del Consiglio, ma quella vera che si attua ogni giorno nelle nostre scuole grazie all'impegno sincero di insegnanti ancora consapevoli del proprio ruolo sociale. La Buona Scuola che ho conosciuto a Bari è quella fatta quotidianamente da maestri e professori che svolgono con passione, intelligenza, fantasia e apertura mentale il proprio lavoro diffondendo una cultura non mummificata e intesa nel suo senso più ampio, coinvolgendo studenti e studentesse con tutti gli strumenti disponibili, dal cinema al teatro, alla musica, alla pittura, al fumetto, alla letteratura, alle tecnologie digitali e quant'altro.
Con questa filosofia è nato il lungo, originale e articolato Festival dantesco. Grazie all'impegno di insegnanti come Daniele Maria Pegorariideatore e direttore del progetto, e Trifone Gargano, veri deus ex machina dell'operazione che non si sarebbe mai potuta realizzare senza il coinvolgimento, la disponibilità e la passione di un gran numero di altri insegnanti e, soprattutto, studenti e studentesse che hanno risposto con entusiasmo all'invito che veniva dai professori. Senza di loro, nonostante la pur cospicua partecipazione economica e logistica di molti enti e imprese locali, sarebbe stato impossibile mettere in piedi la "gran macchina" del Festival. Soprattutto, senza di loro gli ospiti come me e mia moglie Patrizia non avrebbero potuto sentirsi "abbracciati" dal calore, dalla simpatia e dall'allegria fin dal momento dell'arrivo in città. Approfitto di questo spazio, dunque, per ringraziare tutte e tutti, in primis il fantastico Antonio e la sua adorabile cagnona Dolly.


L'incontro è stato interessante e piacevolissimo e mi ha anche offerto l'occasione di riabbracciare don Tommaso Mastrandrea, direttore de il Giornalino dal 1976 al 1999 (il periodo in cui vi fu pubblicato anche il mio Dante), attualmente tornato nella natìa Bari a dirigere con inalterato entusiasmo la locale struttura paolina.



Lo scambio di idee ed esperienze è piacevolmente proseguito prima durante la visita della "candida" parte antica della città (dove abbiamo truffaldinamente scroccato a una guida turistica tutto-quello-che-si-potrebbe-chiedere su San Nicola) in compagnia del professor Gargano, di sua moglie Caterina e dell'insegnante-violoncellista Mariella, e poi, spostatici nella zona murattiana, a cena al ristorante-pizzeria Fra Bo tra stuzzicanti antipasti locali, risotti gamberi-e-zucchine e pizze al limone (qualcuno vuole la ricetta?). Per non parlare delle olive! Una serata davvero speciale, insomma, che purtroppo la distanza non ci consentirà di ripetere tanto presto. Peccato, perché quando si incontrano persone tanto intelligenti, allegre e piene di passione per il proprio lavoro si vorrebbe non lasciarle più.


venerdì 4 dicembre 2015

Dante, i natali e il Natale


Sul finire del 2014 ho salutato l'anno nuovo col disegno che vedete qui sotto, vaticinando per chi mi leggeva (e per me stesso) dodici mesi fantastici. A distanza di un anno posso condividere con voi la mia soddisfazione: almeno per me quella fiduciosa convinzione si è avverata (e altrettanto mi auguro per voi) portandomi, tra le altre cose, l'edizione definitiva del mio "Dante, la Divina Commedia a fumetti" con un editore giovane, capace e innovativo come Shockdom.
Ulteriore motivo per festeggiare, la buona partenza del volume in libreria dove è approdato quindici giorni fa e, nonostante le iniziative promozionali per pubblicizzarlo non siano ancora partite, ha già venduto qualche centinaio di copie.




Certo, per quello che mi riguarda era facile prevedere che sarebbe stato perlomeno un anno interessante, con i festeggiamenti di Dante (quello vero) in arrivo. Ma a volte non bastano gli eventi esterni, e infatti se le cose sono andate nel migliore dei modi per me e il mio piccolo Dante cartaceo devo ringraziare una concomitanza di fattori, a cominciare dai consigli dell'amico Boris Acosta che mi hanno aiutato a togliermi qualche ragnatela dal cervello, e poi la pazienza e capacità di mio figlio Jacopo che si è rovinato l'estate per colorare le 250 pagine del volume, per finire con l'intelligenza di Lucio Staiano e Gianluca Caputo che hanno suggerito la formula editoriale più adatta per il libro. Insieme a un pizzico di fortuna che ha fatto indirizzare le cose sul binario giusto al momento opportuno.









E se il mio Dante a fumetti è venuto buono per festeggiare la ricorrenza dei natali dell'Alighieri in più occasioni (le strisce recitate all'Hotel Palazzo di Livorno, la mostra dantesca al museo Wow di Milano - qui potete vedere il video dell'incontro - e il lunghissimo, articolato e originale Festival barese "Dante, l'immaginario"; qui sopra vedete un paio di locandine e un momento del mio incontro a Bari in compagnia degli organizzatori, il professor Gargano e il professor Pegorari), lo viene altrettanto per festeggiare il Natale; riuscite a immaginare, in quest'anno dedicato al Sommo Poeta, una Strenna Natalizia migliore?
Se decideste di regalare a qualcuno (o regalarvi) il volume, non dovreste avere difficoltà a procurarvelo: come ho detto sopra, da quindici giorni è distribuito in libreria, ma potete procurarvelo anche presso la vostra fumetteria di fiducia oppure ordinarlo a una delle molte "librerie" online, nonché acquistarlo direttamente sullo store dell'editore.
Per la versione digitale ci sarà invece da aspettare almeno un paio di mesi: la Shockdom sta lavorando a un nuovo portale che integri anche le applicazioni per gli smartphone, i tablet ecc., e per Dante si è deciso di aspettare il varo della nuova struttura.