venerdì 23 giugno 2023

Volareee... oh, oh!


Tempo fa, in famiglia, dissi che prima di morire avrei voluto fare un volo in mongolfiera. Ci è voluto un po', ma alla fine siamo riusciti a organizzare la cosa e stamani, con mia figlia Serena e mia cognata ci siamo portati nella zona del Chianti per vivere quest'esperienza.


A parte la levataccia a ore antelucane, è andato tutto nel migliore dei modi: giornata perfetta con sole e pochissime nuvole (e col tempo matto che ci ritroviamo, quando dieci giorni fa abbiamo stabilito la data c'era da aspettarsi di tutto), operatori gentilissimi e molto professionali e volo senza problemi.

Abbiamo potuto assistere a tutte le fasi di preparazione: gonfiaggio dei palloni con potenti ventilatori e successivo azionamento dei "lanciafiamme" che hanno fatto sollevare il pallone; poi, arrampicata a bordo e alzata in volo col pilota, Oliver, un ragazzo giovane e simpatico che alternava l'inglese a un italiano... piacevolmente locale. E' il figlio del titolare dell'azienda, una delle tre che costituiscono la cooperativa di voli in mongolfiera, credo la più importante d'Italia. Il padre, uno dei tanti olandesi che si sono comprati fette di Toscana, molti anni fa aveva fatto, da cliente come noi, un volo in pallone e se ne era innamorato, prendendo il brevetto per la guida degli aerostati e mettendo su l'impresa in quattro e quattr'otto. Oliver, cresciuto tra le mongolfiere, ha seguito le orme paterne. Con grande felicità, per quanto abbiamo potuto constatare.


I voli si svolgono quotidianamente in primavera-estate-inizio autunno quando il tempo lo consente. Le ceste ospitano nove o diciotto passeggeri oltre al pilota. Oggi ce n'erano tre da nove più una (pallone rosso) con solo il pilota che stava terminando il proprio addestramento in vista dell'esame nei prossimi giorni.



Il nostro cicerone si è divertito, come è sua abitudine, a fare "surf sulle cime degli alberi". A un certo punto da un altro pallone hanno avvertito di aver avvistato una famigliola di cinghiali che noi non siamo riusciti a vedere. Però io e Serena abbiamo visto un cerbiatto che rientrava nel fitto degli alberi.



Abbiamo sorvolato anche la villa-tenuta della famiglia dove si producono vini, oli e soprattutto formaggi grazie a un gregge di novecento pecore e salutato, ricambiati, il cugino di Oliver che si avviava al lavoro nella fattoria.


Piccoli brividi all'atterraggio. Siamo discesi in un campo punteggiato da rotoballe dove ci attendevano le auto dell'azienda per riportarci al punto di partenza dopo una degustazione di prodotti locali. Il pilota ci aveva avvertiti che c'era la possibilità che toccando terra la cesta, trascinata dalla spinta, si adagiasse sul fianco. In effetti, mentre ci tenevamo saldamente alle apposite maniglie dando la schiena al terreno che ci veniva incontro, la navicella ha strisciato sul suolo inclinandosi fortemente a più riprese, ma Oliver è riuscito a raddrizzarla per lo stop definitivo.

Io e le due fanciulle che mi accompagnavano eravamo i soli tre italiani in mezzo a inglesi. A quanto pare i nostri conterranei non sono clienti abituali dei voli, al punto che il ragazzo che ci riaccompagnava alla base ci ha chiesto come ci fosse "venuto in mente" di fare 'sto volo in mongolfiera. Dovevamo essere, se non gli unici in assoluto, i primi da molto tempo!


Ad aggiungere un tocco di modernità a una tecnologia di volo sostanzialmente ottocentesca, il volo dei tre aerostati è stato accompagnato e ripreso da un drone, il cui filmato può essere acquistato online.

Ora, non avendo altri desideri da esaudire, posso tornare a occuparmi a tempo pieno delle due cose che mi danno maggiore serenità: la mia famiglia e fare fumetti/scrivere romanzi.




domenica 11 giugno 2023

Siciliana


Ero stato in Sicilia solo una volta, cinquant'anni fa (nell'aprile del '72, per la precisione), in vacanza con l'amico Mario, sua sorella Manuela e l'amica Marisa.




Ci sono tornato a inizio giugno per partecipare a Etna Comics, nella stessa parte dell'isola già visitata quand'avevo vent'anni. Per una incredibile coincidenza, anche mia figlia era in zona per il matrimonio di una collega, così abbiamo deciso di prenderci un paio di giorni di vacanza insieme dopo i rispettivi impegni.
Etna Comics, dicevo. Ne sentivo parlare bene da anni, e ho avuto modo di confermare la buona fama della manifestazione: accoglienza avvolgente, buona organizzazione, pubblico numeroso e interessato. Rispetto a quanto sosteneva un distributore - un po' cialtrone, a dire il vero - negli anni ottanta ("I periodici vendono un terzo della tiratura in Lombardia e il resto fra il nord e il centro; al sud si vende pochissimo"), ho trovato persone interessate e disposte a spendere, quando trovano qualcosa che le incuriosisce. E, di questi tempi, non è scontato.
Se ci si aggiunge una cucina ricca e saporita, davvero un'esperienza positiva.


I miei libri, che per l'idea e la simpatia del disegno hanno il pregio di attirare anche i non appassionati, sono andati a ruba: Dante esaurito già sabato; Dantone e Omero terminati domenica mattina; Renzo & Lucia finiti a metà pomeriggio; Benito ha avuto una partenza lentissima, ma poi ha recuperato rapidamente; anche il Dante 2.0, nonostante la sua caratteristica di prodotto ibrido che unisce terzine di endecasillabi e strisce umoristiche, ha ricevuto un'ottima accoglienza.



In certi momenti l'assalto del pubblico è stato davvero entusiasmante, costringendomi a sedute di firme ininterrotte, un po' faticose ma piacevolissime. Per fortuna lo staff della Whig che gestisce lo stand per conto dell'editore è stato come sempre all'altezza del compito: preparati nel presentare i contenuti dei volumi in vendita (non solo miei, ovviamente), cortesi, veloci nel servizio, capaci di grande empatia col cliente sia che si tratti di adulti che di bambini. E attenti a cercare di rendere quanto più positiva possibile l'esperienza per gli autori curando tutti gli aspetti del viaggio, del pernottamento e della permanenza nello stand.


Foto... di stand con lo staff di Whig.
Da sinistra, Carmelo, io,
quel Fulmine di Guerra di Martina
che organizza viaggi, alloggi e dirige alla perfezione
le vendite durante le manifestazioni, e Federica.

Compagni di firma, una volta di più, il talento internazionale Giulio Rincione autore di fumetti pittorici per palati forti come Paperi e Dirt, la bravissima Elisabetta Cifone autrice del "manga all'italiana" Ale & Cucca ormai all'undicesimo volume (pardon, tankobon), sempre assediata da lettori e lettrici, e i simpatici Alessandro Piazza e Bruno Carbone (che stavolta, entrambi catanesi, giocavano in casa) autori di "Tidisagio" che con le loro cronache dei complicati rapporti interpersonali del nuovo millennio si sono guadagnati più di sessantamila followers sui social.







Come sempre, non sono mancate le piacevoli visite di "vecchie conoscenze", uno dei motivi che spingono noi autori a raggiungere zaino in spalla i quattro angoli d'Italia.



Conclusa la manifestazione, sono stato raggiunto dalla figlia e ci siamo diretti a Siracusa per una due giorni di turismo nei luoghi dell'ormai quasi dimenticata vacanza di mezzo secolo fa. Alloggiati in un B&B in una piazza dell'isola di Ortigia, abbiamo assaggiato qualche piatto locale, visitato chiese, antichi fortilizi, teatri, anfiteatri e grotte (nell'Orecchio di Dionisio, per verificare la particolare acustica del posto un visitatore si è messo a cantare "Nel blu dipinto di blu"). Il meteo minacciava due giorni di pioggia, ma è piovuto solo il primo giorno e, gentilmente, solo nelle ore in cui riposavamo in camera.





      










Notare il nome del traduttore.

Rientrati a Catania per riconsegnare l'auto noleggiata e prendere il volo di ritorno, abbiamo fatto un salto in centro per vedere un po' la città.




E ora, di nuovo al lavoro: ZigZagor, Pinocchio e un'altra striscia umoristica a cui sto lavorando attendono.