domenica 11 agosto 2013

Dottor Toninelli e Mister Zagor (prima puntata)



Correva l'anno 1981...
Stavo collaborando da un po' con il settimanale Adamo dell'Editoriale Corno. Dopo il momentaneo successo della trasformazione del Corriere dei Ragazzi in Corrier Boy, infatti, un po' tutti i settimanali dell'epoca, dal Monello a Skorpio, si erano buttati sul modello Musica & Fumetti, e altri ne erano nati per inseguire l'effimera moda. Per il secchiano Adamo, dopo qualche storia autoconclusiva su testi di Stefano NegriniGabriella Mariani (pseudonimo di Gianni Bellocchio) o miei, ero stato messo al lavoro su due serie: I ragazzi di Stoner (un professore universitario alla Spencer Tracy che


affrontava avventure di taglio ecologista insieme ai suoi tre allievi prediletti, disegnati a somiglianza di Alan Sorrenti, Angelo Branduardi e Debbie Harry dei Blondie; testi del suddetto Bellocchio che firmava col nome della fidanzata, ed esordio di Stefano Casini alle matite di alcuni episodi) e Sonny Sold (un simpatico truffatore negli Stati Uniti d'inizio Novecento, somaticamente ispirato a Giorgio Gaber e riutilizzato, col mio definitivo stile "linea chiara", anche sulla rivista Fox Trot! col nome di Lank.





Quest'ultima versione è stata recentemente ripubblicata nel volume “Leggi-le-Facce”, come si può leggere qui). L'esperimento editoriale volgeva ormai al termine (Adamo chiuse l'anno successivo perché non vendeva abbastanza), ma io non lo sapevo ancora. Così non fu per bisogno di lavoro che, passato a salutare un conoscente che gestiva un'agenzia di fumetti e venuto a sapere che in Bonelli cercavano uno sceneggiatore per Zagor dopo l'abbandono di Nolitta, accettai la sfida. Fu per sincera passione.






Avevo conosciuto il personaggio molti anni prima sugli albetti a striscia. Quando iniziò la “raccolta” nell'ormai classico formato bonelliano, fu però mio fratello Marzio a collezionarlo (tra noi tre maschi di famiglia, tutti appassionati di fumetti, vigeva una regola non scritta: chi comprava il primo numero di una serie, a meno che non ci rinunciasse per disinteresse, aveva il diritto a continuarne la collezione; naturalmente poi ci scambiavamo i giornalini per leggerli). Zagor piaceva molto anche a me, al punto che quando mio fratello, cresciuto, smise di leggere i fumetti vendendo a un commerciante tutti quelli che aveva, cominciai a comprarlo io, recuperando dal n.1 quelli che mi mancavano grazie alla ristampa nella collana "Zagor scritta rossa".

Tornando alla sfida che mi era stata presentata, già mentre rientravo eccitatissimo col treno nella mia Toscana, studiavo le tracce per i primi soggetti. Nel giro di pochi giorni ne preparai alcuni. Ne venne subito accettato uno: “Cico fuorilegge”. Lo scrissi in uno stato di costante incredulità per quello che mi stava accadendo: realizzavo una storia di un personaggio amato da anni e di cui non avrei mai neppure lontanamente immaginato di poter essere un giorno uno degli autori!

La sceneggiatura piacque, fu immediatamente assegnata a uno dei disegnatori dello staff (Franco Bignotti, che seguivo dai tempi dell'altra creatura nolittiana, Un ragazzo nel Far West) e apparve in edicola l'anno successivo, nel mese del mio trentaduesimo compleanno: un regalo fantastico!


Io intanto, dopo un unico e rapido incontro (alla presenza dei curatori ufficiali della testata Canzio e Sclavi,) con Sergio Bonelli che mi “accettava” ufficialmente nello staff dei collaboratori avendo riscontrato la mia ottima conoscenza del personaggio e la qualità della scrittura, già producevo a raffica nuove storie, di Zagor e de Il Piccolo Ranger, anch'esso orfano del suo creatore, Andrea Lavezzolo scomparso sul finire del 1981.
Naturalmente non ricordo come nacque l'idea di far diventare Cico un criminale. Le idee, quando il cervello gira per trovarne, nascono da misteriose concatenazioni di “sotto-idee”, e così fu anche per quella. È certo che volevo, evidentemente, fare una cosa originale, pur nel solco della più rigida tradizione, riscontrabile sia nella presenza della gag iniziale con Trampy che nel ritorno di un vecchio avversario, di cui non svelo qui il nome per non togliere la sorpresa a chi leggerà per la prima volta quest'avventura sulla Collezione Storica a Colori di Repubblica.


A conclusione di questa prima puntata, informo i miei affezionati lettori che un'iniziativa analoga andrà avanti di pari passo sul blog di Giampiero Belardinelli, con brevi interviste inedite al sottoscritto e la riproposta di materiali dagli Zagor Index da lui curati insieme ad Angelo Palumbo e Stefano Priarone. Lo trovate qui.

Nelle immagini, dall'alto in basso: la copertina del settantanovesimo volume di Zagor Collezione Storica a Colori, con la prima storia da me scritta del personaggio; una tavola de I ragazzi di Stoner pubblicata su Adamo n. 10/44 dell'11 marzo 1982; la pagina iniziale dell'ultima storia, in due parti, di Sonny Sold che vedeva come coprotagonista nientemeno che un giovane Rex Stout, il geniale creatore dell'investigatore Nero Wolfe (da Adamo n.3/37 del 21 gennaio 1982); il primo albo a striscia di Zagor da me acquistato: si tratta della Collana Lampo, n. 27 della seconda serie; l'albo originale con l'inizio della vicenda di "Cico fuorilegge"; il n. 80 della Collezione Storica a Colori, dove si conclude l'avventura.
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