Come accennato qualche post più sotto, Manlio Gasparotto e Moreno Pirovano, il vulcanico duo che “cucina” la Gazzenda, diario-agenda de la Gazzetta dello Sport, quest'anno mi hanno chiesto di affiancare ai miei character Tinì Trantran e Rokko Cipolla un nuovo personaggio, magari un vampiro. Così, dopo aver suggerito di virare il progetto al femminile (almeno, con il transessuale e il macho, ho completato il ventaglio dei gusti sessuali... o ne dimentico qualcuno?), mi sono messo al lavoro.
Il caso ha voluto che arrivassi alla sfida più che preparato. L'estate scorsa, infatti, dopo aver letto “Dracula cha cha cha” di Kim Newman (Urania n. 1538), episodio leggerino-leggerino d'ambientazione italiana di una serie ucronica in cui i vampiri vivono tra gli uomini e in Inghilterra hanno visto salire al trono Dracula (i precedenti volumi della serie, “Anno Dracula” e “Il barone sanguinario”, probabilmente più interessanti di questo, li ha pubblicati Fanucci) mi sono risolto a “far fuori” tutti i libri vampirici che dormivano sui ripiani delle mie librerie in attesa di lettura. Nell'ordine ho perciò letto: l'inevitabile “Dracula” di Bram Stoker, indubbiamente il più tosto e affascinante anche a distanza d'un secolo o giù di lì; un paio dei romanzi di Anne Rice (“Intervista col Vampiro”, di cui subito dopo ho visionato anche la riduzione cinematografica - e mai la parola “riduzione” fu più adeguata – e “Scelti dalle Tenebre”): il cupo e disturbante "Lasciami entrare" dello svedese (scuola interessantissima su vari fronti) John Ajvide Lindqvist, da cui è stato tratto anche un film di successo che non ho ancora visto; lo sciapito “Lista di sangue” di P. N. Elrod, primo volume della serie The Vampire Files con protagonista il vampiro-giornalista buono Jack Fleming; l'adolescenziale “Twilight” di Stephenie Meyer preso in prestito da mia figlia Serena (subito dopo mi sono guardato anche il film); l'antologico “Storie di Vampiri” della Newton & Compton, dove ho scoperto che il primo racconto con protagonista un vampiro, intitolato appunto “Il Vampiro”, l'ha scritto il londinese di origini italiane John William Polidori, figlio del segretario di Vittorio Alfieri emigrato in Inghilterra. Non ho invece avuto la forza di andare a rispolverare “Ultimi vampiri” di Gianfranco Manfredi, letto con relativa soddisfazione qualche lustro fa e di cui ricordo ben poco.
Non pago dell'ingozzata, mi sono fatto prestare da mia cognata Elena il primo episodio della divertente serie di romanzi che hanno per protagonista Sookie Stackhouse, una specie di barista-telepate innamorata di un vampiro. L'autrice è Charlaine Harris, e in Italia la pubblica Delos Book. Credo ne abbiano tratto anche un telefilm.
Nonostante tanta preparazione, ho avuto qualche difficoltà a trovare il taglio giusto per la nuova strip. Quello del vampiro è un tema che prima o poi quasi tutti gli “strisciaioli” hanno provato a trattare, soprattutto i principianti, probabilmente attirati dalla constatazione che “non l'ha ancora fatto nessuno”. Salvo scoprire che dipende dall'impraticabilità dell'argomento. Nessuno, a quanto mi risulta, è infatti mai andato oltre le quattro o cinque strisce. Due gag sul morso al collo, un altro paio sulla somiglianza di sangue e vino... e non si sa più che scrivere. Così, quando ho provato a fare battute sul tema classico del vampirismo, anch'io mi sono puntualmente fermato dopo tre strisce!
Resettato il cervello, ho abbandonato il protagonista solitario alla Dracula e mi sono indirizzato sulla costruzione di un ambiente composito, ricco di comprimari, spostando insomma il tiro verso il perogattiano Zio Boris. Ho creato un entourage di vampiri, licantropi e frankenstein canini, e a quel punto tutto è filato via liscissimo. Vampirla (lo so, il gioco di parole è un po' scontato, ma era così adeguato!) è nata ufficialmente, le battute sono venute quasi da sole e, per quello che posso giudicare da autore, divertenti. I committenti ne sono sembrati soddisfatti. Moreno mi ha scritto che i primi layout d'assaggio che gli ho inviato lo “piegano di belva”! Speriamo che le strisce definitive facciano lo stesso effetto ai lettori della Gazzenda.
Per intanto vi posto lo schizzo della prima striscia e qualche “scarabocchio” di studio dei personaggini. Curiosi di sapere quale look ho scelto alla fine per la mia vampiretta? Si accettano scommesse. Sul finir dell'estate, quando l'agenda andrà in distribuzione, svelerò il mistero.
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