venerdì 4 ottobre 2013

Dottor Toninelli e Mister Zagor (settima puntata)



Sulla storia che si conclude questa settimana sulla Collezione Storica a Colori di Repubblica, quella che vede il ritorno di Timber Bill, non ho ricordi o riflessioni particolari da condividere, salvo forse il fatto che la riapparizione di Satko, ora che la rileggo, sembra già prefigurare in nuce quello sviluppo della serie in senso più continuistico-logistico che avevo ipotizzato per la serie prima di interrompere la mia decennale collaborazione con la Bonelli. Al termine di questi miei commenti, riproporrò su queste colonne il mio inaccettabile (e infatti inaccettato) progetto nella sua interezza.







Intanto mi prendo un po' di spazio per parlare ancora della vicenda di "Impresa disperata" e della sua genesi. Dopo aver "rivelato" come quell'avventura fosse nata da alcune pagine sceneggiate direttamente da Sergio Bonelli e da lui "regalatemi" perché continuassi la storia, ci sono stati alcuni scambi di battute in rete che mi hanno spinto ad andare a recuperare le mie due sceneggiature zagoriane rimaste inedite e a fare un'ulteriore, sorprendente scoperta.

Antonio Moro mi chiede sulla pagina Facebook di "Tutti quelli che desiderano una ristampa di Zagor per i suoi 50 anni": “...non puoi dirci qualcosa, caro Marcello, sulle sceneggiature inedite di Zagor che hai conservato?”
Ed ecco la mia risposta e i successivi interventi: “I titoli "di lavoro" (poi era la redazione a scegliere quelli definitivi) delle mie due sceneggiature inedite sono “Il segno di Wama” e “I crociati”. La prima credo che fosse una storia "normale" (ma dovrei rileggermela, per esserne certo) di genere fantastico, con un "cattivo" destinato a diventare una specie di Mefisto zagoriano; la seconda, scritta quando ormai avevo deciso di interrompere la collaborazione, l'avevo scritta provocatoriamente "all'americana", e immaginavo che non avrebbe mai visto la luce. In quest'ultima, come ho già scritto altrove, Cico finalmente faceva l'amore con una bella e giovane squaw.”
Antonio: “Accidenti cosa ci siamo persi! Storie che avrei avuto piacere di leggere! Peccato...”

Il giorno successivo io ho scritto: “Caro Antonio, grazie due volte per la tua domanda sulle mie sceneggiature inedite. Prima di tutto perché mi hai spinto a riprendere in mano quella del Segno di Wama di cui non ricordavo assolutamente nulla e a rileggerla. Giudizio (di parte): una gran bella storia, sicuramente più vicina allo Zagor di Bonelli padre che a quello di Sergio, un po' horror, un po' fantastica e con un pizzico di supereroico! Peccato che non vedrà mai la luce sulla collana. Ma, ora che grazie a te l'ho "riscoperta", chissà che non riesca ad adattarla per qualche altra operazione editoriale cambiando nome e look al personaggio. La seconda cosa per cui ti ringrazio (e, credo, con me tutto il fandom zagoriano) è che andando a riprendere quella sceneggiatura ho fatto una scoperta decisamente inattesa: insieme ai due blocchi di sceneggiatura c'era un mazzetto di fogli tenuti insieme con una graffetta. Sul primo c'era il soggetto appena abbozzato di "Un'impresa disperata" (nella mia proposta: "La tribù prigioniera"); sui successivi alcuni soggetti non accettati, una versione dettagliata del soggetto di cui sopra, le copie delle immagini "di documentazione" che avevo fornito a Ferri per la storia di cui stiamo parlando e, incredibile a dirsi, la lettera firmata (da chi? Forse da Sergio stesso, forse da Canzio o Sclavi... non sono riuscito a identificare la firma) che accompagnava le prime pagine scritte da Bonelli con la richiesta di continuare la storia e (udite! udite!) il soggetto abbozzato di come avrebbe voluto continuarla Sergio (una storia completamente diversa da quella che poi ho scritto io: c'era anche il ritorno di Digging Bill)! Ti rendi conto? Un piccolo pezzo di storia editoriale che mi ero assolutamente dimenticato di possedere e che senza il tuo commento qui sopra avrebbe dormito in un raccoglitore per chissà quanti anni ancora!”
A questo punto interviene Alex Principato: “Incredibile! esiste quindi in qualche modo ancora un soggetto di Nolitta! Sarebbe bellissimo se da quel soggetto si arrivasse a una storia completa...”



Naturalmente, nei giorni successivi ho continuato a scervellarmi sulla firma in calce alla lettera contenente il “soggetto perduto”. Sono andato a cercare alcune lettere autografe di Bonelli, che però firmava “Sergio”, mentre la firma misteriosa terminava inequivocabilmente con una “i”. Essendo agli inizi dei nostri rapporti l'aveva firmata Bonelli? No, in ogni caso era impossibile leggerci il suo cognome. Scartato Decio Canzio, visto che sia il suo nome che il cognome terminano con una “o”, mi restava solo Sclavi... ma la firma non sembrava affatto contenere le lettere del suo cognome. Alla fine la verità, inevitabilmente la più banale, mi si è rivelata: avevo rimosso (et pour cause, direbbero i francesi!) che all'epoca c'era una quarta persona coinvolta nella gestione di soggetti e sceneggiature: Gianni Bono, attraverso la cui agenzia avevo iniziato il mio rapporto di collaborazione con la casa editrice di via Buonarroti. Tolto il velo della rimossione, la firma si è inequivocabilmente rivelata un "Gianni". E, con quella scoperta, è tornata anche la memoria: era stato proprio Bono a parlare con Bonelli, ad ascoltarne il "progetto" e a stendere quelle due cartelle per permettermi di raccogliere il testimone e proseguire la storia.
Il soggetto che preparai sulla base di quello ipotizzato a grandi linee da Sergio però non piacque a Canzio, che lo trovò troppo umoristico, "più adatto a Topolino che a Zagor" (col senno di poi, sapendo adesso che quella identica critica la muoveva Bonelli padre a Sergio, mi viene da ritenere che il mio lavoro fosse perfettamente nolittiano. Ma, evidentemente, non adatto allo Zagor più "eroico" di cui Decio teneva le redini all'epoca). Presentai dunque un diverso soggetto, quello della "tribù prigioniera" che arrivò poi alla stampa.
Dalla lettera di Gianni, come potete leggere nella parte iniziale che pubblico, si scopre anche che le prime dieci pagine della sceneggiatura di Bonelli erano già state disegnate da Gallieno Ferri, forse motivo in più a spingere Sergio a riprendere in mano quell'opera interrotta e a farla portare a compimento da me.
Non pubblico, ovviamente, il soggetto pensato da Bonelli per non togliere ai lettori il piacere della scoperta, se mai dovesse in qualche modo concretizzarsi il sogno di Alex.
Pubblico invece tutte le immagini di corredo che avevo inviato a Ferri per meglio "spiegare" la sceneggiatura. Sono sicuro che tutti ne riconoscerete almeno una.







1 commento:

  1. Ah, però che chicche! E doveva esserci pure il buon Digging!
    Con tutto il rispetto, ma meno male che non è uscita la storia sul Mefisto zagoriano! XD

    Anche questa

    "Cico finalmente faceva l'amore con una bella e giovane squaw."

    O_O meno male! XD
    Però, che chicche questi documenti d' annata! ^^
    Riguardo "Colpo su colpo", ma me piace! Uno Zagor proprio tosto che ricorda un po il Mister No di "Atlantico" (24-26). Satko (che qui debutta come avvocato) fa la sua figura e Cico è sempre pronto, anche se non proprio con coraggio XD, ad aiutare l' amico.
    Il messaggio ecologico di fondo poi è ben inserito e non risulta pedante. Interessante anche il fatto che

    SPOILER il mandante di tutto si riveli il pezzo grosso (!) FINE SPOILER

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