Il 16 ottobre del 2014 ho ricevuto un messaggio dell'amico Daniele Rappa nell'apposito servizio di Facebook... e non l'ho visto! Per fortuna, avendo ricevuto in regalo alcuni miei volumi (acquistati nei giorni scorsi a Riminicomix, suppongo), Daniele è tornato a scrivermi e ho potuto scoprire anche il messaggio "dimenticato". Che copio qui di seguito:
Carissimo Marcello,
mi permetto di disturbarti solo per porgerti il mio grazie più sincero e sentito per le tue opere, con particolare riferimento a tutte le storie di Omero, Virgilio e Dante (senza dimenticare i fantastici Hominidi). Per me, che fin da piccolino le ho potute leggere, hanno rappresentato un importantissimo stimolo culturale e di ricerca, quasi alla pari con Barillé... con la differenza che tu non mi hai reso ipocondriaco!
Le tue opere mi hanno consentito non solo di scoprire un profondo amore verso la letteratura epica, ma mi hanno fortemente avvantaggiato nello studio delle stesse. Un esempio banale, che però sottolinea l'importanza culturale del tuo lavoro, è che quando nelle scuole medie e superiori la classe studiava i poemi in questione io ero avanti a tutti; già prima di aprire il libro avevo un quadro completo e definito, a differenza dei mie compagni che non avendo avuto la fortuna di conoscerti odiavano la materia e brancolavano nel buio.
Quindi ancora grazie per il tuo lavoro, la tua dedizione, la tua intelligente comicità. Dal canto mio non posso che continuare a leggerti e consigliare le tue opere a chiunque voglia fare un regalo a se stesso.
Grazie ancora,
Daniele
Che dire? Una simile lettera riesce a dar senso a tutta una vita di lavoro al tavolo da disegno, fatto in gran parte per passione e divertimento e un po' per soldi (ché bisogna pur campare). Devo però riconoscere che più di metà del merito che Daniele mi riconosce va a don Tom(maso) Mastrandrea, direttore de il Giornalino all'epoca della pubblicazione delle mie "riletture" dei poemi classici, fervente sostenitore della necessità di mantenere vive le opere del passato, foss'anche in forma di fumetto, perché non ne andassero perduti i contenuti culturali. Se poi, come nel caso di Daniele e altri che mi hanno raccontato un'identica esperienza, dalle vignette si è passati all'amore per le opere originali, tanto di guadagnato.
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