lunedì 13 marzo 2017

La leggerezza di Liz


Circa un anno fa fui contattato da un service editoriale per disegnare un libro a fumetti per l'editore Taita Press. La pubblicazione faceva parte di una collana che contava già due uscite (vedete qui sotto le copertine dei due volumetti) e si proponeva di presentare in forma di graphic novel i contenuti dei libri di "Self Help" psicologico dello stesso editore.



Ce'erano in ballo due sceneggiature, da disegnare, una delle quali scritta dall'amico Francesco Matteuzzi che aveva già realizzato l'anno prima sotto pseudonimo il testo di "Impara a dire no se non vuoi dire sì". Conosco Francesco dai tempi in cui collaborava a Fumo di China in veste di redattore e autore di articoli, e ho seguito un po' la sua carriera, in continua e rapida crescita. Così ho chiesto di lavorare con lui. E mi sono trovato bene.
L'editore avrebbe voluto che il fumetto fosse basato abbastanza rigidamente sul testo di cui vedete qui sotto la copertina, ma Matteuzzi ha confessato di non averlo nemmeno aperto, limitandosi a "stare al tema" e scrivendo una storia tutta sua.


La vicenda vede protagonista la giovane Liz, talentuosa musicista che si è autoreclusa in un diner in mezzo al deserto per "paura del successo". A farla tornare sui suoi passi è un giovane manager capitato per caso nello scalcinato locale...












Anche se poi il libro è rimasto a dormire nei cassetti della casa editrice per un annetto, all'epoca mi furono imposti tempi strettissimi di consegna. Dovendo realizzare novanta pagine (da tre-quattro vignette ciascuna) in poco più d'un mese - in pratica, tre tavole al giorno, matite, inchiostri, scansione e lavorazione con Photoshop (retinatura compresa) - ho dovuto recuperare ritmi simili a quelli degli anni Settanta, quando realizzavo ogni mese un numero de Le sexy operette (a essere sinceri, quelle le facevo in otto-dieci giorni... ma c'erano solo due vignette per pagina, e per le scene erotiche ricalcavo sempre le solite venti cambiando capigliatura dei protagonisti). Ed è stata un'esperienza "rigenerante". Ce l'ho fatta senza eccessiva fatica, coniugando professionalità, semplicità (ma non povertà) di disegno, impegno e leggerezza. Quest'ultima è stata la riscoperta più piacevole, e mi ha suscitato anche una serie di riflessioni che appariranno tra qualche mese in forma di articolo sulle pagine di Fumo di China.
Aldilà delle successive traversie editoriali (sembrava che la collana fosse destinata a essere definitivamente accantonata), scoprire - in modo del tutto casuale - che invece qualche giorno fa il volumetto è stato distribuito nelle librerie mi ha restituto un po' di quella leggerezza interiore che temevo di veder seppellire insieme al mio lavoro in qualche memoria dei computer della Taita Press.
Per chi fosse interessato, oltre che in libreria si può ordinarlo nelle fumetterie e online (da Alessandro Distribuzioni, per esempio).



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