Franco Bonvicini, in arte Bonvi, dopo una carriera da grafico alla Vimder Film di Guido de Maria partecipa al concorso indetto dal quotidiano romano Paese Sera in occasione del quarto Salone dei Comics di Lucca e vince presentando una striscia satirica che ha per protagonista uno scombinato battaglione tedesco durante la seconda guerra mondiale.
Alla notorietà tra gli appassionati di fumetto arriva però quando le sue Sturmtruppen approdano alle pagine di Off-Side, una rivista che cavalca il successo di Linus ma cerca di trovare una sua misura personale utilizzando il formato giornalistico del tabloid.
Per l'autore modenese, che per quella pubblicazione realizza anche una serie di racconti autoconclusivi con stile grottesco, è la consacrazione. E anche quando il giornalone chiuderà per mancanza di vendite porterà avanti i suoi soldatinen e nuovi personaggi per varie pubblicazioni, a cominciare dal longevo Cattivik.
Bonvicini è però rimasto legato alla formula di Off-Side, e nel tempo cercherà di riproporla, sempre senza fortuna. Il primo tentativo lo fa con l'Editoriale Dardo, che accetta di finanziare un numero zero. Oltre il quale non si andrà.
Vale la pena di dare un'occhiata a quel tentativo abortito di resuscitare la sfortunata creatura.
Il nome, Undercomics, strizza l'occhio al fenomeno dei fumetti underground anche se i contenuti sono invece normalmente professionali quando non addirittura autoriali.
Nel menabò del giornale Bonvi fa la parte del leone presentando già dalle prime pagine una sua nuova serie, le Cronache del Dopobomba per le quali, nel sommario del numero, alterna strisce a tavole.
Gioca poi, complice l'amico Francesco Guccini, la carta della satira politica affidando la realizzazione dei disegni a Guido Buzzelli che già da qualche anno ha iniziato a scuotere il tradizionale mondo del fumetto italiano con opere innovative come "La rivolta dei racchi".
Il fumettista modenese non ha al momento la disponibilità delle sue Sturmtruppen, impegnate sul fronte di Eureka della concorrente Editoriale Corno, così per riempire la pubblicazione si affida al format dei racconti fantascientifico-surreali già sperimentati su Off-Side.
Ancora in formato striscia sono i Santincielo di Skiaffino, i cui divertenti giochi di parole non possono però compensare la mancanza della forza della geniale satira antimilitarista delle Sturmtruppen.
Innamoratosi del mio Dante sulle pagine del giornale romano, Bonvi mi chiese di riproporlo su questo tentativo di rilancio della formula editoriale. Io disegnavo ancora da cani, ma le battute comunque funzionavano. Così mi ridisegnai le strisce andate perdute nel fallimento di Off-Side e detti al nasone una seconda possibilità cambiando il titolo da "Dante by Marcello" a "Dante - Inferno". Come si può vedere, in questa versione ci sono delle strisce che trascinano il tormentone del "vuolsi così colà..." mai più riutilizzate in seguito.
In chiusura, un'altra "parabola" postatomica di taglio ecologico dell'autore modenese.
Le 32 pagine del giornale ospitavano anche alcuni servizi giornalistici di nessun interesse per questa breve analisi della "fissazione" di Bonvi per il formato che l'aveva fatto conoscere al pubblico degli appassionati.
Sull'onda del temporaneo successo della testata Comix, l'autore emiliano provò ancora, negli anni novanta, a replicare la formula amata con Sturmtruppen Magazinen, dovendosi rassegnare una volta di più alla chiusura dopo pochi numeri.
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