lunedì 1 gennaio 2024

L'infanzia registrata


In questi giorni, scaricando dal cellulare foto e video dello scorso anno per archiviarli su un hard disk esterno e, in parte, stamparle, mi sono trovato a riflettere su come sarà diversa la percezione di sé che avranno le generazioni dell'era dello smartphone.
Io sono nato alla metà del secolo scorso in una famiglia con ristrette disponibilità economiche. Della mia primissima infanzia conservo pochissimi ricordi: in cammino in via Pispini tenendo la mano di mio padre mentre andavamo a visitare un appartamento quando si doveva venire via da quello a Uncinello fin lì condiviso con la zia; il giorno che prese fuoco l'olio nella padella e mio padre andò in cucina a spegnerlo, mentre noi sbirciavamo dalla porta quell'operazione eroica; il giorno che nacque mia sorella, e io e i miei fratelli cercavamo di capire cosa succedeva origliando fuori della porta chiusa; la "lettura" dei giornalini che mia madre cominciò a portarci a casa. Di tutto questo restano solo dei flash di memoria.


Le prime immagini "immortalate" su carta sono le foto che ci facevano a scuola: ne ho una al banco e una con tutta la classe. Poi, qualche foto scattata da chissà chi (noi non avevamo macchine fotografiche) negli anni successivi. Una manciata. E qualche altra foto della gita scolastica in quinta ragioneria e alla cena di fine anno. Nelle famiglie più abbienti ci saranno state più foto, e fors'anche qualche filmino in super8, ma comunque poca cosa.
Quando il lavoro in banca mi permise di comprarmi una piccola macchina fotografica potei mettere insieme qualche ricordo in più.
Ma soprattutto era la memoria a costruire il nostro percorso individuale: amici, giochi, esperienze, luoghi...
Nei decenni successivi, in un'Italia più ricca, quasi tutti si sono potuti permettere un maggior numero di foto, diapositive delle vacanze, filmati riversati in cassette VHS che magari finivano smagnetizzate dopo un po'...


Ma era comunque niente, rispetto alla situazione attuale. La mia nipotina (e con lei tutti i bambini e bambine nati in questi ultimi lustri), già da ora può "guardarsi" indietro e ricostruire in video ogni passo del suo percorso di vita: le prime smorfie nella culla, i primi gattonamenti, i primi passi, le prime risate, i primi giochi e tutti quelli venuti dopo, i rapporti quotidiani con genitori, parenti, conoscenti, amichetti e amichette, le mangiate nel seggiolone, la scoperta dei pop corn o delle bolle di sapone, le prime "imprese" sportive, le vacanze, i viaggi... tutto è stato eternizzato in video catturati dagli smartphone di chiunque la circondi, e quando vorrà potrà ripercorrere tutte le tappe della sua vita, fin dalla sua venuta al mondo, e "vedersi" come in un personale film biografico.


Mi domando se e come tutto questo farà di lei una persona strutturalmente diversa da quelle che siamo noi, quali differenti pensieri e possibilità avrà, come ne sarà influenzata nel bene e nel male la sua vita, quanto cambierà il suo rapporto con l'insegnamento scolastico rispetto a quello che noi abbiamo conosciuto e che, forse, non potrà restare a lungo quello che è ancora adesso.


E' certamente terreno di studio soprattutto per psicologi e pedagoghi, e a me non resta abbastanza da vivere per conoscere le risposte che le ricerche in merito daranno negli anni a venire. Mi limito perciò a osservare con meraviglia questo cambiamento in corso, confidando che faccia della mia nipotina e dei suoi coetanei persone migliori di quanto siamo stati noi. 



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