lunedì 19 aprile 2010

Orgoglio Trantran

L'altro giorno il postino mi ha consegnato il n. 130 di Pride, mensile gay italiano. Me lo ha spedito Massimo Basili che su quel giornale cura una rubrica sui fumetti e, in quel numero, si è occupato delle strisce di Tinì Trantran, il personaggino transessuale che realizzo per Gazzenda, l'agenda-diario della Gazzetta dello Sport.

Confesso che non avevo mai avuto occasione di sfogliare una rivista gay. Negli anni 70, quando bazzicavo il Partito Radicale, ma anche in caserma, ho avuto occasione di frequentare diversi omosessuali. Tutte persone gentili, dolcemente rassegnate alla loro condizione di “diversi” sempre esposti, nel migliore dei casi, alla burle dei conoscenti e, nel peggiore, alla violenza fisica dei fascistoidi di varia natura sempre pronti a dimostrare in questo modo la loro presunta superiorità di virili maschi “normali”. Mi è capitato anche di conoscere almeno un omosessuale abbastanza stronzo, un attorucolo a cui come associazione radicale avevamo organizzato uno spettacolo a Siena. Politicamente corretto sulla scena, fuori dal palcoscenico era una primadonna presuntuosa e scostante, senza nemmeno avere le qualità attoriali per permetterselo. A dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che gli omosessuali sono decisamente normali.

Ma dicevo della rivista. Mi hanno fatto impressione, sfogliandola, le pagine pubblicitarie a base di maschioni seminudi palestrati e fascinosi. Poi mi sono chiesto se alle donne fa lo stesso effetto vedere sulle pagine dei giornali e in televisione le pubblicità di modelle altrettanto fascinose e seminude che ci vengono quotidianamente propinate da pigri creativi pubblicitari che vogliono ottenere il massimo risultato col minimo sforzo di fantasia. Ma forse a quelle siamo ormai talmente abituati che non ce ne accorgiamo più. Ringrazio perciò doppiamente l'amico Massimo che, aprendomi uno spiraglio su un mondo a me sconosciuto, mi ha (ri)fatto riflettere sull'uso un po' distorto che del corpo umano si fa nei messaggi pubblicitari. E, ormai, anche nelle trasmissioni televisve, a ogni ora del giorno. 

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