Lucky Luke era uno dei personaggi di maggior successo del settimanale per ragazzi Spirou. E come tale attirava l'attenzione della concorrenza che, un bel giorno, è riuscita a strapparlo alla Dupuis. L'editore belga, per correre ai ripari, decide di sostituirlo con un'altra serie umoristica western. Tra le varie proposte viene accettata quella di due autori "interni". Louis Salvérius e Raoul Cauvin sono infatti entrambi impiegati da anni nella redazione del giornale (per la precisione, al Bureau de dessin) dove svolgono vari compiti, dalla realizzazione di piccole e grandi illustrazioni a corredo di articoli, alla scrittura dei dialoghi nei balloon. Il primo aveva già realizzato alcune storielle nelle "mini-recits", piccoli album realizzati dai giovani lettori strappando e ripiegando le pagine centrali della rivista. I protagonisti erano spesso dei pellerossa, argomento che appassionava Salvé (come si firmava in questi miniracconti). Così, quando lo sceneggiatore gli propone una serie che ha per protagonisti dei cavalleggeri lui accetta a patto che gli indiani non vengano descritti come stupidi selvaggi ma trattati allo stesso modo dei "visi pallidi".
Nascono così "Les Tuniques Bleues", una serie corale (almeno all'inizio) un po' sul genere del telefilm "I forti di Forte Coraggio".
Cauvin, infatti, un po' per evitare di imitare banalmente il cowboy solitario di Morris e un po' per gusto personale, decide di mettere in scena le avventure delle "giacche blu" di un fortino dell'Arizona, Fort Bow. All'inizio si tratta di storielle di una pagina o, al massimo, una decina. Ne sono protagonisti il sergente Cornélius Chesterfield (come le sigarette, anche se il graduato non fuma e indulge piuttosto al bere) e altri tre militari: il caporale Blutch e i soldati Bryan e Tripps. La serie piace. Conquista di anno in anno piazzamenti sempre più lusinghieri nei referendum votati dai lettori e ottiene così lo spazio per storie "lunghe", quelle canoniche da 46 tavole. Arrivano così "Un chariot dans l'Ouest" e "Du Nord au Sud".
Il crescente successo spinge l'editore a sparare a palle incatenate: le due storie escono contemporaneamente in libreria (le avventure brevi e le gag saranno raccolte in seguito su due album "Special Salvérius", nn. 9 e 10 della collana) e consacrano definitivamente la serie e gli autori. Che intanto hanno già terminato anche un terzo volume, "Et pour quinze cents dollars en plus" (titolo che richiama il film di Leone, ormai arrivato al successo internazionale; la storia invece va per altre strade) e lavorano al quarto, "Outlaw" (si sarebbe dovuto chiamare "Les Hors-la-Loi", ma un titolo quasi identico dell'ormai concorrente Lucky Luke convince l'editore a inglesizzare il titolo).
Una fatale notte, però, un infarto uccide nel sonno il disegnatore che lascia la trentasettesima tavola incompleta. Nello strazio della famiglia, la giovane moglie Eliane e le figlie Annie e Nathalie, e il cordoglio dell'intera casa editrice, lo spilungone timido e riservato che amava gli indiani lascia orfani anche i suoi personaggi. A completare l'album ed ereditare poi la serie sarà chiamato il collega Lambil (Willy Lambillotte), amico di Louis e proveniente anch'egli dal Bureau de dessin. Le Giacche Blu sono infatti ormai un marchio di successo che l'editore non ha nessuna intenzione di lasciar cadere.
Come ho detto, Cauvin aveva optato per una serie corale mettendo in scena l'ambiente militare di un fortino di cavalleggeri alle prese con Comanche e altre tribù, ma già al termine della prima avventura lunga lo sceneggiatore deve essersi reso conto che la scelta rischiava di portarlo molto presto a girare su sé stesso: troppe poche le variabili su cui giocare per trovare sempre nuove idee. Così, già nel secondo album completo scaraventa i suoi personaggi nel bel mezzo della Guerra di Secessione, dalla quale non usciranno più.
Trovata nuova linfa per le sue storie, Cauvin si libera ben presto anche dei due cavalleggeri riducendo il quartetto iniziale a un duo: l'ottuso militarista Chesterfield, ambizioso quanto casinista, e il suo contraltare, il pacifista, sarcastico, renitente caporale Blutch bastano e avanzano (qualche volta col supporto della guida indiana Piuma d'Argento) per reggere i plot che lo sceneggiatore mette felicemente su carta anno dopo anno. Anche il genere di storie congeniali a Cauvin sono ben lontane da quelle del pistolero più veloce della sua ombra che intanto prosegue felicemente la sua cavalcata sulle pagine di Pilote con l'arrivo ai testi del grande René Goscinny. Se quest'ultimo, come metodo di lavoro, prende un argomento (che sia il giovane pistolero Billy the Kid o l'ennesima evasione dei Dalton) e col suo genio ne spreme fino all'ultima goccia tutte le trovate umoristiche possibili, lo sceneggiatore della Tuniques Bleues preferisce costruire delle vicende avventurose più simili a quelle dello Charlier di Blueberry, con missioni impossibili e continui colpi di scena, incaricando poi i suoi protagonisti di trarne divertimento per i lettori mettendo in campo la propria imbranataggine.
Salvérius si rivela l'autore più adatto a dar vita grafica al progetto narrativo dell'amico e collega. Se nelle primissime storie brevi basate solo su rapide gag abbozza dei personaggi che sono poco più che pupazzetti, appena le trame si fanno più complesse aggiunge dosi di realismo non sono nelle anatomie più slanciate dei suoi attori di carta, ma anche nelle inquadrature che prendono un taglio più avventuroso e cinematografico capace di coinvolgere ed emozionare il lettore che viene avvinto dalle scene d'azione intanto che ride delle continue baruffe tra il sergente, il caporale e i vari comprimari.
Un vero peccato che il disegnatore di Ghlin ci sia stato strappato così presto e brutalmente. Chissà quante magnifiche tavole avrebbe potuto regalarci ancora.
Nelle mani di Lambil la serie ha comunque superato i sessanta album e i venti milioni di copie vendute; abbandonata anche da Cauvin colpito da un tumore incurabile, è portata avanti da Lambil (ormai più che ottantenne) e nuovi autori.
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