Il Benito della mia biografia a strisce umoristiche non è certo il primo ad approdare sulle pagine di albi e volumi a fumetti.
Nel periodo di massima fascistizzazione dell'Italia il "testone" aveva già fatto la sua comparsa propagandistica nel mondo dell'arte sequenziale, anche se privo delle caratteristiche "nuvolette" che il Duce aveva in odio in quanto parto della cultura statunitense. Qui sotto potete vedere una striscia della rubrica "Ultime notizie" da Topolino n. 265 del 20 gennaio 1938. I disegni sono di Kurt Caesar.
Gli autori d'oltreoceano, d'altronde, dopo la dichiarazione di guerra di fatto dell'attacco a Pearl Harbor, avevano fatto di Hirohito, Hitler e Mussolini delle macchiette da sbeffeggiare sulle copertine e nelle storie dei loro comic book supereroici e umoristici. I tre dittatori dell'Asse le buscavano regolarmente dai valorosi protagonisti a stelle e strisce, prima sulle pagine dei fumetti e poi anche nella realtà.
Finita la guerra, Mussolini appare in "Battista l'ingenuo fascista" di Benito (!) Jacovitti che, a cadavere ancora caldo del regime, ne dà una lettura parodistica da par suo.
Negli anni successivi l'interesse per il padre del fascismo, d'altronde argomento spinoso per un Paese che col ventennio non ha mai fatto davvero i conti, viene del tutto meno. Ci vogliono gli anni settanta per ritrovare il Duce su un fumetto.
Una vera e propria biografia del dittatore viene disegnata nel 1972 da Roberto Molino su testi di Amedeo Gujon, Mariangela Ferrara e Giovanni Felettig nel terzo volume dell'opera "Eroi e personaggi parlano".
Nel dilagare di tascabili seguito al successo di Diabolik e poi dei primi fumetti sexy, qualcuno pensò di giocarsi anche la carta di Mussolini spedendo in edicola una pubblicazione davvero insolita dal significativo titolo di "Mascellone". I testi sono di Nino Cannata, le matite di Luciano Milano, gli inchiostri di Domenico Marino. Non fu un successo: il giornaletto non superò i due numeri.
Ho rintracciato in rete anche questa vignetta opera di uno dei più versatili artigiani del settore di quegli anni, Leo Cimpellin. Probabile che sia tratta da un numero di Jonny Logan, il tascabile uscito sulla scia della fortuna editoriale di Alan Ford dal quale si distaccava proprio per l'ambientazione italiana e l'abitudine alla satira sociale e politica.
E' sempre di quegli anni un'altra parodia del Duce che Bonvi ridicolizza nella figura del Fiero Alleato Galeazzo Musolesi sulle sue fortunatissime Sturmtruppen.
Nel 1977 Mussolini appare anche in un racconto del mensile Uomini e Guerra dell'Editoriale Dardo col soggetto di Franco Fattori e i disegni di Buscaglia (Enrique Breccia).
Per il resto, lo ritroviamo in "Italiani" di Enzo Biagi dove, in due svelte paginette disegnate da Alarico Gattia, ci si limita a tratteggiare il rapporto del dittatore con l'amante Claretta Petacci. Se ne parla anche ne "La Storia d'Italia a fumetti", sempre di Biagi, in diversi capitoli affidati per i disegni ancora a Gattia, Paolo Ongaro e Giacinto Gaudenzi.
Negli anni novante le Nuvole Parlanti tornano a occuparsi di Benito con vari cicli di racconti scritti da Gino D'Antonio e disegnati da Ferdinando Tacconi e Renzo Calegari sulle pagine de il Giornalino. Si tratta di "Storia di tutti i tempi. Il peccatore" del 1986, di "Seconda Guerra mondiale. Uomini senza gloria: Tramonto a Berlino", de "Il figlio ritrovato" del 1995 e di "Un avvocato in prima linea" dello stesso anno.
Più recente il volume tratto dai memoriali dello stesso Mussolini con i disegni di Enrico Cumino, riguardante il periodo della prima Guerra Mondiale.
Della storia editoriale della mia biografia a fumetti ho già parlato, perciò resta solo da accennare a un volume di Giulio C. Cuccolini e Claudio Dell'Orso per le edizioni Il Penny che, meglio e più approfonditamente di quanto ho fatto io su queste colonne, ha analizzato la presenza del Duce nel mondo del fumetto.
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