Qualche anno fa sono stato operato a una gamba per asportare una massa tumorale, fortunatamente benigna. Questo mi ha costretto a muovermi per qualche settimana con l'ausilio di una stampella. Quando capita di trovarsi nella condizione di non poter più fare ciò che fino a quel momento era normale al punto da darlo per scontato, qualcosa dentro di noi cambia. D'improvviso, quando si ha la fortuna di tornare alla situazione precedente - nel mio caso a camminare senza impedimenti - ci si trova a porre attenzione al tesoro ritrovato e a godere quotidianamente del piacere di fare certe cose. Ci si rende conto di colpo di quanto sia bello e importante riuscire a compiere certi gesti, certe azioni, anche le più semplici, e apprezzarlo ogni singola volta.
Anche l'avanzare dell'età e la crescente consapevolezza di come ci si stia inoltrando in una stagione in cui quella macchina che è il nostro corpo comincerà a perdere colpi e, anno dopo anno, mese dopo mese, lo farà sempre di più ci porta, pur in assenza di particolari traumi, a far caso a ogni cosa che siamo ancora in grado di svolgere e a ringraziare il Culo - se fossi credente direi il Cielo, ma sono ateo - e quel po' di positiva eredità genetica che ci consente di praticare ancora ragionevolmente bene tutta una serie di attività: camminare a passo spedito, saltare, infilarsi i pantaloni stando in equilibrio su un piede solo, leggere, scrivere, disegnare, prendere la nipotina sulle spalle, salire le scale, guidare l'auto, dormire...
Ci spinge anche a curare di più il nostro corpo, non solo con periodici controlli medici, ma pure con l'alimentazione e tutte le buone abitudini che possono aiutarci a rimandare se non evitare i tracolli più problematici che rischiamo di trovare ogni giorno dietro l'angolo. Finché ci si riesce, questo ci dona una serenità interiore mai sperimentata negli anni giovanili o nella pienezza dell'età.
Se poi, come me, si ha la fortuna di avere ancora la voglia e la possibilità di fare un lavoro che ci appassiona da sempre, e pure quella di poter godere dell'affetto e della gioia regalata da una allegra e curiosa nipotina oltre che dal resto della famiglia, direi che i tre quarti di secolo che mi gravano sulle spalle anziché un peso sono una fonte giornaliera di esperienze inedite nelle quali l'ambizione e l'entusiasmo si sono piacevolmente stemperati in un vivere quotidiano che consente di godere al massimo grado di tutte le cose alle quali in tempi più agitati non avevamo prestato la dovuta attenzione, e mi stanno regalando i veri lussi della vita. Cioè quelli, come ci insegna Clint Eastwood, che il denaro non può comprare.
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