Alla mia età, per il compleanno e a Natale farei anche a meno dei regali. Festeggiare in famiglia è più che sufficiente. Ma non volendo negare a nessuno il piacere di regalare, di solito chiedo qualche libro a fumetti, con ampia preferenza per quelli d'Oltralpe, la "scuola" che prediligo. E li scelgo in lingua originale, visto che dai dodici anni in poi ho cominciato a praticarla sugli Journal de Mickey ( il Topolino francese) che trovavo alla Libreria Internazionale Bassi, a Siena.
Nella dozzina di volumi ricevuti per il mio settantacinquesimo genetliaco (li vedete nella foto qui sopra), ho affrontato per primo il nuovo volume di Blake et Mortimer. Già sfogliandolo al momento dell'apertura del pacchetto avevo strabuzzato gli occhi, e la lettura non è andata meglio.
Analizziamo per prima cosa la sceneggiatura. Un buon testo, un'idea interessante nel solco delle tematiche abituali. Niente di trascendentale, ma lavoro puntuale e in linea con le attese della collana. Bravi dunque Fromental e Bocquet.
I problemi arrivano con il disegno.
Lo premetto: non ho mai amato Floc'h. Anche se era uno che sicuramente aveva "studiato la lezione" e l'applicava diligentemente costruendo vignette complesse e con la ricchezza di sfondi richiesta dalla scuola hergéiana e jacobsiana, disegnava personaggi incapaci di coinvolgermi. Li trovavo un po' anonimi e in qualche modo "poveri", al punto da risultarmi perfino antipatici.
Un autore che si è senza dubbio saputo guadagnare una credibilità e l'apprezzamento di molti lettori, a cominciare da Tiziano Sclavi che volle i suoi lavori sulla Pilote che gestiva per Bonelli. Nonostante questo, io non sono mai riuscito a farmelo piacere.
Per dire, anche se meno aderente alla lezione dei succitati autori belgi, ho sempre trovato maggiormente elegante e gradevole il nostro Baldazzini i cui personaggi mi sembra abbiano sempre avuto più "anima".
Potete dunque immaginare come mi sia avvicinato con qualche titubanza al nuovo volume dei personaggi di Edgar P. Jacobs, ma certo non mi sarei mai aspettato di trovarmi davanti a una serie di tavole come quelle che ho trovato: un disegno più che essenziale con figure e sfondi delineati col minimo sforzo, e un tratto grossolano che sembra fatto con un marker a punta conica. Per di più, mantenendo l'abituale grande formato della collana, si è permesso all'autore francese di realizzare l'opera con una montaggio di sei-due (due!!!) vignette per tavola che, col suo disegno, sarebbero già sembrate povere anche in un normale albo bonelliano. Al primo impatto ho pensato che l'autore fosse ormai troppo in su con l'età e la sua mano non gli permettesse di fare di meglio, ma controllando ho visto che è più giovane di me! C'è perciò da chiedersi chi siano i responsabili della collana che hanno perpetrato questo scempio! Forse, con le classiche dieci-dodici vignette per pagina il tratto di Floc'h - che pure avrebbe rischiato di mostrare comunque molti suoi limiti - sarebbe apparso più "normale" e accettabile, e oltretutto si sarebbe contenuta la storia nell'abituale sessantina di tavole invece di sbrodolarla in ben centoventi costringendo il lettore a sborsare 23 euro a fronte dei soliti 17,50.
Quando, un po' d'anni fa, un'agenzia internazionale mi chiese di fare delle tavole di prova di Blake e Mortimer, nonostante mi ci fossi applicato al massimo delle mie possibilità, ero consapevole di qualche mio limite e non mi meravigliai quando la cosa non ebbe seguito. Devo però confessare sinceramente che quando mi sono trovato davanti a questo tomo mi è venuto spontaneo di pensare: "Io l'avrei fatto molto meglio!"
Oltretutto, la storia si svolge tutta a New York e al novanta per cento le vignette presentano persone che, in primo piano, piano americano o a figura intera, parlano, camminano e se ne stanno seduti in auto. Una ventina di foto della città negli anni cinquanta sarebbero state sufficienti, come documentazione. E mentre per fare le due tavole di prova impiegai diverse settimane, per fare le sessantaquattro (perché l'avrei realizzato con le due canoniche mezze tavole per pagina) di un volume come questo credo che mi sarebbero bastati pochi mesi, tanto è poco impegnativo.
Certo, da professionista so benissimo che Floc'h nel mercato francobelga è un nome di richiamo con un suo pubblico affezionato (anche se non so quanto lo resterà dopo un lavoro come questo) mentre io sono un emerito sconosciuto che non farebbe vendere neppure una copia, e dunque l'operazione - editorialmente - ha senso così come è stata condotta, ma la sensazione di trovarmi davanti a un libro catastrofico resta e in futuro mi terrò alla larga da eventuali nuovi volumi del disegnatore di Mayenne... se non dall'intera collana.
Nessun commento:
Posta un commento