Se il settimanale di satira Charlie Hebdo è salito a notorietà internazionale dopo il tragico attentato di dieci anni fa, in Francia c'è un'altra rivista satirica di ben più antichi natali. Si tratta de Le Canard enchaîné, giornale nato all'inizio del secolo scorso che, con la sola interruzione dei quattro anni di Occupazione nazista, è tuttora in attività. Per essere più precisi, fu fondato nel settembre del 1915 ma non incontrò subito l'attenzione del pubblico, chiudendo dopo soli cinque numeri. I creatori dell'originale testata, il redattore Maurice Maréchal e il disegnatore Henri-Paul Deyvaux-Gassier che firmava più brevemente H-P Gassier, però non si arresero e nel giugno dell'anno successivo ci riprovarono coinvolgendo altri autori. E fu la volta buona.
Il Canard, nato per esprimere, in maniera ironica, tutte le perplessità dei fondatori non tanto contro la guerra in corso, ma contro la "cultura della guerra", si volle totalmente indipendente: niente pubblicità né prestiti bancari o interventi d'altri finanziatori. E, per sfuggire all'imperante censura che riempiva i giornali dell'opposizione di ripetute "pecette" bianche, sviluppò una forma d'umorismo basato su antifrasi e litoti.
Il Canard (Anatra) della testata deriva dal termine dell'argot giornalistico usato per indicare un errore volontario, una mistificazione voluta. E dunque, per prendere in giro i fogli seriosi pieni di consapevoli menzogne al fine di nascondere la realtà, Maréchal e Deyvaux-Gassier scelsero di fare una pubblicazione basata sui canards per dire la verità. Si legge nell'editoriale del primo numero: "Le Canard enchaîné si prenderà la grande libertà d'inserire, dopo minuziose verifiche, nient'altro che notizie rigorosamente inesatte. Ognuno sa infatti che la stampa francese, senza eccezioni, dall'inizio della guerra non comunica ai suoi lettori che notizie implacabilmente vere. Ebbene, il pubblico è stufo! La gente vuole notizie false... per cambiare. E le avrà."
La parola "incatenato" viene invece dal libro "L'Homme libre" (l'uomo libero) di Clemenceau che l'autore, dopo essere stato sospeso per un articolo troppo critico sulle condizioni igieniche dei treni sanitari, aveva reintitolato "L'Homme enchaîné" (l'uomo incatenato, appunto).
Negli anni d'esordio il Canard era letto in tutta la Francia anche se il 40% dei lettori erano parigini o comunque della regione. Un altro 20% trovava il suo pubblico nei militari al fronte, ai quali arrivava in busta anonima giacché la sua diffusione nelle zone di guerra era proibita.
Il settimanale, che ha per sottotitolo "giornale satirico che esce il mercoledì", abbina articoli d'inchiesta ad articoli satirici e vignette umoristiche. La sua ispirazione ideologica è genericamente libertaria e si tiene equidistante da tutti i partiti e gli schieramenti politici, indagando su scandali d'ogni parte (come quello sull'affaire dei diamanti di Bokassa che dopo la campagna stampa del Canard costò la rielezione a Giscard d'Estaing) e senza risparmiare critiche a chiunque.
Oltre al settimanale, la casa editrice edita periodicamente anche raccolte dei materiali pubblicati sul giornale.
Shocking! "Si è seduto sulla poltrona di Churchill!" "E se la porta anche via!!!"
Se masticate il francese, potete seguire l'attività del Canard sul suo sito e sulla pagina Facebook.
Nessun commento:
Posta un commento